Mancano 3 giorni al 7 gennaio eppure ancora il mondo scuola non sa cosa succederà il primo giorno dopo le vacanze di Natale: il Governo – nel pieno di una fortissima crisi di maggioranza – ha riconfermato nel vertice di ieri le posizioni “distanti” tra le due diverse aree di pensiero. Da un lato Boccia-Franceschini-Speranza che assieme al Cts e a molti Governatori vedono l’inizio della scuola per le scuole superiori ancora in Dad almeno fino alla prossima settimana; dall’altro, la Ministra Lucia Azzolina, i renziani e il Premier Giuseppe Conte che invece spingono per un rientro in “presenza” per almeno il 50% degli studenti liceali e delle superiori.
In serata dovrebbe essere prodotta una nuova ordinanza “ponte” che traghetti le regole anti-Covid dal 7 gennaio fino al 15, giorno di scadenza dell’ultimo Dpcm, ma è sulla scuola che ancora manca la “quadra”: in una lunga intervista oggi a “Il Fatto Quotidiano” la titolare del Miur tiene il punto, «Posso confermare la volontà del governo di riaprire. Avremmo voluto farlo a dicembre, ma abbiamo rimandato su richiesta delle Regioni: ora è arrivato il tempo di tornare in classe». Secondo la Azzolina bisogna riprendere in presenza dal 7 gennaio almeno per il 50% degli studenti, anche se restano diversi i nodi irrisolti (trasporti, orari scaglionati, organizzazione delle famiglie) che il Governo continua a ripresentare ad ogni riunione specifica degli ultimi giorni.
COME RIPARTIRÀ LA SCUOLA
«Abbiamo collaborato: ora è arrivato il tempo di tornare in classe. La scuola è un servizio pubblico essenziale, non si può continuare a sacrificare i ragazzi né pensare che la didattica a distanza possa sostituire quella in presenza», spiega la Ministra Azzolina al “Fatto”, trovando però l’opposizione di metà Governo e dello stesso Comitato Tecnico Scientifico. Secondo Ricciardi (consulente Min. Salute) bisogna rimandare l’apertura delle scuole a metà gennaio, almeno, mentre per il Ministro Boccia occorre valutare i prossimi dati del monitoraggio Iss di fine settimana prima di prendere decisioni affrettate sul rientro in presenza degli studenti delle scuole superiori.
Se infatti per elementari e medie il rientro in “presenza” avverrà già dal 7 gennaio, il nodo riguarda i licei e le superiori: per le Regioni Veneto e Friuli, una nuova ordinanza dei Governatori Zaia e Fedriga nelle prossime ore estende la Dad obbligatoria al 100% fino al 31 gennaio 2021 e non si escludono nuove mosse “a macchia di leopardo” di altri territori. Il tutto mentre il Governo ancora non ha preso un indirizzo specifico nonostante le pressioni della Ministra Azzolina «è chiaro però che se in questo momento sale la curva dei contagi non può essere colpa delle scuole superiori, visto che sono chiuse da due mesi. Sacrifici? La scuola ha fatto la sua parte. Se dovessero servire nuove misure di contenimento, ora bisognerebbe cercarle in altri settori». Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri si schiera con la collega M5s, mentre altri scienziati da Crisanti a Vaia (Spallanzani) ritengono più prudente la metà di gennaio come termine per capire se riaprire o meno in presenza anche le scuole superiori.