“La Molisana” nella bufera: l’azienda della pasta finisce sotto assedio sui social per la descrizione fornita a due formati, le “Abissine” e le “Tripoline“, definite “di sicuro sapore littorio“, ovvero simbolo dell’Italia fascista. Sul portale del Pastificio si legge infatti: “Negli anni Trenta l’Italia celebra la stagione del colonialismo con nuovi formati di pasta: Tripoline, Bengasine, Assabesi e Abissine. La pasta di semola diventa elemento aggregante? Perché no! (…) Di sicuro sapore littorio, il nome delle Abissine Rigate all’estero si trasforma in “shells”, ovvero conchiglie“. La narrazione dell’azienda finisce sotto accusa anche per quel che concerne le Tripoline N°68: “Il nome evoca luoghi lontani, esotici ed ha un sapore coloniale“. Una scelta di marketing, quella de “La Molisana”, azienda nota per la sua filiera di corta di qualità, oggetto sui social di un vespaio di polemiche.
“PASTA DAL SAPORE LITTORIO”: “LA MOLISANA” NELLA BUFERA
Per tentare di placare gli animi è intervenuta su “La Repubblica”, Rossella Ferro, che fa parte della famiglia titolare del pastificio e ne è la responsabile marketing: “Non abbiamo alcun intento celebrativo quando parliamo di questi formati storici, nati negli anni ’30. E infatti abbiamo appena provveduto a cambiare le schede descrittive dei prodotti. Siamo molto attenti alla sensibilità dell’opinione pubblica e in questo caso l’unico errore è stato non ricontrollare tutte le schede affidate all’agenzia di comunicazione. E invece è la conferma che non si può perdere di vista nemmeno un dettaglio. Ribadisco che per noi non c’è alcun sentimento di celebrare quel periodo storico“. Al netto della rettifica, però, sui social si è ormai scatenata la polemica. Da una parte chi si indigna con commenti di questo tenore: “Attendiamo da #LaMolisana i fusilli Genocidio Etiopia n. 1936“. Dall’altra chi rivendica il passato coloniale del Belpaese: “Compravo solo la Rummo ma ora comprerò anche la Molisana. Grazie per difendere identità e tradizione senza vergogna del nostro passato“.