Victor Hugo, conosciuto principalmente in Italia e nel mondo come l’autore de I miserabili, è in realtà uno degli scrittori francesi tra i più importanti esponenti del romanticismo. Nato a Besançon nel 1802, Victor si trasferisce ben presto a Parigi, dove frequenta la scuola mostrandosi fin da subito un allievo brillante. “Voglio essere Chateaubriand o niente”, scrive su un quaderno, rivelando la sua vocazione poetica e il suo desiderio di percorrere la stessa strada del fondatore del genere letterario in cui effettivamente le sue opere verranno collocate. Al 1822 risale il suo matrimonio con Adèle Foucher, da cui ha quattro figli. Due anni dopo, Hugo pubblica la sua prima raccolta di Odi, e poi ancora, nel 1826, Odi e ballate. Inizia così ad acquisire notorietà, fino a quando, nel 1827, non si dedica alla stesura della famosa prefazione di Cromwell, dove compare per la prima volta la definizione di lui come nuovo capo del romanticismo.
Vita e opere di Victor Hugo
A partire dal nuovo decennio, Victor Hugo scrive pièce teatrali, raccolte liriche e – soprattutto – il romanzo Notre-Dame de Paris, secondo in termini di successo soltanto al già citato I miserabili. Inaugura in seguito un salotto letterario in via Notre-Dame-des-champs, destinato a essere perennemente affollato. Nel 1833 tradisce la moglie con l’attrice Juliette Drouet, con cui intraprende una relazione che durerà per tutta la sua vita. Nel 1841 viene eletto all’Académie française, salvo poi allontanarsi dalla letteratura a causa, in primis, della morte accidentale di sua figlia Léopoldine, tragicamente annegata nella Senna, e poi dello scarso successo del dramma per il teatro I Burgravi. In onore della figlia pubblica Le contemplazioni, una raccolta di poemi a lei ispirati. Diviene in seguito sindaco del VIII arrondissement (comune) di Parigi e deputato all’Assemblea costituente, mettendo per un po’ da parte la carriera di scrittore.
Victor Hugo e I miserabili
Dopo aver sostenuto la candidatura di Napoleone Bonaparte alla presidenza della Repubblica, Victor Hugo è costretto a ricredersi circa le reali ambizioni di quello che – di fatto – diventerà proprio il capo di Stato diverso tempo dopo. Nel 1851 fugge all’estero, precisamente nelle isole inglesi del Jersey e più tardi di Guernesey. Il suo esilio durerà quanto il secondo Impero, giusto il tempo di riavvicinarsi alla scrittura e comporre il lungo romanzo I miserabili. L’intenzione sociale dell’opera, che presenta in se stessa tutte le convenzioni del genere romantico (coincidenze, personaggi idealizzati), è quella della difesa degli ultimi e degli umili. Un modo anche per denunciare gli aspetti scandalosi della politica, da cui – nell’ultima parte della sua vita – si ritroverà ampiamente deluso. Morirà nel 1885 dopo aver fatto ritorno in patria.