Marco Bocci, marito di Laura Chiatti, continua a condividere sui social la loro vita privata. Lo fa in particolare su Instagram, dove conta 700mila follower a fronte di 952 post. Le storie, invece, sono praticamente quotidiane: come molti altri personaggi del mondo dello spettacolo, l’attore conosce il potenziale dei nuovi media e lo sfrutta appieno, alternando sue foto scattate in momenti di vita personale a immagini tratte dagli shooting che di tanto in tanto è chiamato a fare. Sono lontani, ormai, i tempi della preoccupazione per la malattia che lo ha colpito nel 2018, un herpes al cervello che è riuscito a frenare grazie all’intervento tempestivo dei medici. La diagnosi – racconta al Corriere della Sera – è arrivata a seguito di un incidente stradale in cui è rimasto coinvolto e che ha rappresentato l’occasione per indagare sul suo stato di salute sottoponendosi a controlli più approfonditi. Spiega Bocci: “Proprio quell’incidente ha reso palese, ha slatentizzato la mia malattia, ne ha reso possibile l’accertamento e la diagnosi, herpes al cervello, che altrimenti avrebbe avuto un corso dall’esito irreversibile”.
Marco Bocci: “Io spettatore della mia malattia”
Paradossalmente, se non si fosse schiantato a quella gara di Bmw in Umbria, forse Marco Bocci oggi non sarebbe qui. “I primi giorni, appena risvegliato dall’intervento, non ero cosciente, né consapevole e tutto ciò che avveniva era vago, me lo hanno raccontato”, fa sapere Marco. “L’assurdità è che avevo la sensazione che mi raccontassero un film di cui ero protagonista, ma non avevo coscienza di averlo mai girato. Ero uno spettatore che assisteva a un storia di cui ero il personaggio principale. Poi pian piano ho ripreso coscienza con una voglia pazza di sfogarmi. E proprio in ospedale ho iniziato, con grande forza di volontà, la preparazione del mio primo film da regista, A Tor Bella Monaca non piove mai, uscito in seguito”.
Marco Bocci come Ayrton Senna: i due incidenti nella stessa data
Il drammatico evento ha travolto Marco Bocci il primo maggio, stesso giorno in cui – ventiquattro anni prima – morì nelle stesse circostanze il pilota Ayrton Senna. Uno dei suoi miti, tra l’altro, insieme a Enzo Ferrari, che ama citare: “Ferrari diceva che i piloti, quando diventano padri, perdono in gara un secondo per ogni figlio (Marco ne ha due, Enea e Pablo, n.d.r.). Insomma, la responsabilità paterna fa perdere l’incoscienza e prevale l’importanza degli affetti. Se senti odore di pericolo, gli stai lontano. Laura è contenta, anche se mi ha sempre stimolato a non rinunciare alle mie passioni, al mio lavoro e infatti ho appena finito di girare un nuovo film, Bastardi a mano armata, un thriller diretto da Gabriele Albanesi. Però è molto più contenta se non corro. Quando sei in salute, o credi di esserlo, non ti rendi conto di quante cose dai per scontato e di quanto prendi solo il peggio della vita”.