Per rimediare ai continui “stop and go” della scuola un’ipotesi potrebbe essere quella di proseguire le lezioni fino a luglio, forse anche ad agosto, e sperare di avere un piano più soddisfacente nelle prossime settimane in modo da avere chiaro tempi, modi e strumenti per concludere questo secondo anno scolastico funestato dall’emergenza Covid-19. La proposta arriva oggi su Repubblica da Andrea Gavosto, il direttore della Fondazione Agnelli, il giorno dopo l’ennesimo caos “esploso” dal rinvio delle lezioni in presenza deciso dal Decreto anti-Covid 7-15 gennaio: secondo il direttore, occorre focalizzare da subito le criticità (tante) sulla scuola per contrastare i vari momenti di chiusura senza escludere l’extrema ratio dell’allungo sul calendario.
«Due giorni in più non fanno alcuna differenza, soprattutto se si vuole misurare l’effetto delle vacanze natalizie sulla curva dei contagi. In compenso, i continui cambi di direzione del governo e le decisioni in anarchia delle Regioni — molte delle quali già annunciano date diverse — inducono l’opinione pubblica a due soli pensieri: il processo è fuori controllo e la scuola non è così importante, di sicuro meno dell’economia, del commercio, dello sci», spiega il direttore della Fondazione.
SCUOLA A LUGLIO? LO SCENARIO INCERTO
Per Gavosto è difficile fare una previsione in vista del 2021, anche perché il breve “rinvio” avvenuto ieri può preluderne tanti altri (in primis, se i dati venerdì diranno che determinate Regioni dovranno entrare in zona arancione o rossa, con conseguente ritorno in Dad): «gli studenti delle superiori continueranno con la didattica a distanza, mentre i più piccoli andranno in aula a singhiozzo, in base all’andamento del contagio nella loro classe. Per diminuire il rischio, nei mesi scorsi servivano alcune misure di edilizia scolastica, una diversa organizzazione delle classi, docenti subito al loro posto. Ormai, però, è inutile piangere sul latte versato».
Da qui la proposta sulle lezioni fino a luglio, o addirittura anche ad agosto: «Il prezzo che questa generazione di studenti rischia di pagare — già altissimo dopo il lockdown di primavera e la troppo incerta ripartenza in autunno — sta diventando enorme, con perdite in termini di conoscenze, di prospettive di lavoro e di reddito, di qualità della cittadinanza già ora in parte irrecuperabili. La risposta non può che essere una, la dico nel modo più ruvido: allungare l’anno scolastico fino a luglio e perfino ad agosto, con l’obiettivo di recuperare quello che non è stato fatto da marzo scorso a oggi». Per il numero 1 della Fondazione Agnelli, non bisogna dimenticare che molti docenti e presidi hanno fatto letteralmente miracoli in questo periodo con la Dad, ma ovviamente non basta per rendere al meglio la scuola: «chi è rimasto indietro — soprattutto fra i più piccoli e i ragazzi svantaggiati, oppure chi nell’istruzione tecnica non ha potuto fare i laboratori — deve avere nuove chance quando la pandemia ci darà tregua».