Il problema con Achille Lauro e SferaeBasta è che è difficile distinguerli fra loro. Non è una battuta. Guardate il nuovo video di Lauro ad esempio uscito a sorpresa Bvlgari Black Swing (feat. Izi & Gemitaiz): i due sembrano gemelli separati dalla nascita. Stesso look ostentato, pettinature “appiccicose” con ricciolini strambi, abiti di stilisti glam, musiche (?) simili. C’è una omologazione, o meglio una gara a chi stupisce di più. L’ambientazione di questo nuovo video è più o meno quella degli anni 20, con i tre protagonisti vestiti da malavitosi di quei tempi, in chiave musicalmente rap-swing si potrebbe dire. La curiosità, che però non ne fa un video per bambini, è la citazione nel ritornello del famoso brano dell’amato cartoon Gli aristogatti, Tutti quanti vogliono fare il jazz. Achille Lauro stesso ha seguito la direzione d’orchestra con Gregorio Calculli e Gow Tribe, dirigendo personalmente i coristi. Sempre di Lauro è l’idea del videoclip, realizzato con Mattia Di Tella, in cui si inseguono passato e presente con un ritmo sincopato in questo crossover tra swing e musica elettronica. Tra un intervento e l’altro dei tre una folla di ragazzi seminudi in discoteca che balla e sballa al ritmo della musica, ma appaiono decisamente fuori luogo. Il testo? Dal poco che si capisce con quello strascinarsi accentuato del tono da “case popolari” in cui si identificano migliaia di ragazzi delle periferie urbane italiane, lo spaccio di droga, la delinquenza dei tre mafiosetti del video. E il peccato? Il video si apre con tre definizioni della parola peccato: “In generale trasgressione di una norma alla quale si attribuisce un’origine divina o comunque non dipendente dagli uomini; Con riferimento ai peccati riguardanti l’ambito sessuale, condizione di vita peccaminosa; Colpa più o meno grave errore che comporta conseguenze”. Sono definizioni che si trovano sulla Treccani o in qualunque dizionario, ma sono definizioni superficiali, puramente lessicali, appartenenti a una visione che vuole solo fermarsi al giudizio su comportamenti più o meno trasgressivi. E’ questo che Achille Lauro vuole sottolineare, identificandosi in qualcosa di superiore, che ha vissuto, scontato ed è stato perdonato? Il peccato in realtà, è mancare alla propria natura di essere fatto per il bene, perché è questo che siamo. Certamente fiaccati dal “peccato originale”, cioè dalla fragilità insita nella nostra natura, piuttosto che considerare il peccato “non dipendente dagli uomini”. E’ questo che ha reso tutti incolpevoli oggigiorno: non siamo responsabili del male che facciamo. Meglio fermarsi alla simpatica citazione degli aristogatti, registrato dal vivo con orchestra, come dicono le note stampa.