Marco Castoldi, in arte Morgan, torna a parlare di quanto accaduto con Amadeus in una intervista rilasciata a Repubblica dove ha spiegato di non essersi mai sentito a suo agio nel ruolo di giudice ad AmaSanremo. Le cose sono però precipitate con la sua esclusione dal prossimo Festival di Sanremo ed in merito l’artista ha spiegato quello che sarebbe accaduto con il conduttore: “mi ha chiesto di andare e poi non mi ha voluto. Non è che io avessi voglia di andarci ma Amadeus mi ha chiesto di partecipare alla gara, io ci ho pensato su e poi ho detto di sì”. Per quel sì, ha ammesso Morgan, “ho anche rinunciato alla mia candidatura a sindaco di Milano, che era un’idea divertente ma poteva diventare una cosa seria, perché sennò non avrei potuto partecipare”.
Quindi Castoldi si sarebbe messo al lavoro, ha scritto le canzoni e le ha inviate ad Amadeus, “poi mi è stato fatto uno sgambetto, che non merito”, ha aggiunto. Il motivo è sempre lui a spiegarlo: “Amadeus non solo non ha scelto la canzone ma ha pensato che sarebbe stato bello vedermi in giuria nell’ ultima puntata del programma mentre ascoltavo lui che diceva che non aveva scelto me e aveva scelto Bugo. Un brutto tiro, che bisogno c’era?”.
MORGAN ED UN SANREMO CONDOTTO CON ADRIANO CELENTANO
A proposito di Bugo, Morgan ha ammesso di non avercela più con lui “è lui che ce l’ha con me”, dice a Repubblica, che continua a prendersi i meriti della popolarità del collega. Niente Sanremo, dunque, per Castoldi quest’anno che però ha mandato un messaggio ad Adriano Celentano. Già in passato i due hanno ipotizzato una loro conduzione della kermesse: “sarebbe una bella botta per quanto siamo belli! Abbiamo un grande feeling e se lo facessimo noi verrebbero tantissimi grandi artisti, Conte, Paoli, Fossati, Bennato, verrebbe anche Vasco, sarebbe la rinascita della musica italiana, una rinascita cultural e non un’occasione che sprecano ogni anno”. Per il momento Morgan continua a seguire i suoi progetti, scrivere canzoni e fare musica. A tal proposito nella stessa intervista ha anche voluto ricordare David Bowie del quale proprio oggi ricorrono i cinque anni dalla sua morte che Marco Castoldi ammette di non aver ancora del tutto metabolizzato: “Non ho ancora elaborato il lutto”, dice. Parlando del compianto artista lo ha definito “un futurista capace di vedere lontano, curioso, inventivo”, la cui musica non poteva essere definita “orecchiabile”, termine fin troppo abusato in Italia. “La musica orecchiabile è una bastonata in testa, un rincoglionimento. L’Italia è la patria dell’ orecchiabile, i discografici lavorano solo con chi fa qualcosa di già sentito. Non capiscono che pop è De André, pop è Sinatra, mica la brodaglia che propinano loro”, ha tuonato l’artista.