Vi abbiamo riportato la lunga e interessante intervista rilasciata ieri da Enrico Ruggeri, ma il cantante nelle ultime ore ha acceso il dibattito per un’altra dichiarazione. Così il cantante su Twitter: «Giro con la mascherina, mi disinfetto, faccio un tampone alla settimana e lo faccio fare a tutti quelli che lavorano per me. Ma se mi dicono che una regione deve fermare tutto (socialità, economia, contatti) se c’è un positivo ogni 400 persone penso che qualcuno sta impazzendo».
Come dicevamo, le dichiarazioni di Enrico Ruggeri hanno sollevato il dibattito sul web. Un utente su Twitter ha tenuto a evidenziare: «1 su 400 diventa 1 su 200, poi 1 su 100, poi 1 su 50… Perché permetterglielo se sappiamo che andrebbe così? Bene fermarsi prima e salvare vite». Non è tardata ad arrivare la precisazione dell’artista: «No, perché quell’uno su 400 va a casa sua e non si muove. Il panico diffuso colpisce anche il senso logico e la matematica…». (Aggiornamento di MB)
ENRICO RUGGERI: “PER PAURA DI MORIRE RINUNCIAMO A VIVERE”
Enrico Ruggeri è sempre stato originale e bello da ascoltare, mai banale, come del resto lo è la sua musica, lui che è l’autore di “Quello che le donne non dicono” e “Il mare d’inverno”, nonché il cantante di numerose hit rimaste indelebili nel corso degli anni. Ma la musica non è l’argomento centrale della chiacchierata che il cantautore milanese ha tenuto con Quotidiano.net quest’oggi, bensì il coronavirus. “La salute è un diritto – esordisce Enrico Ruggeri – ma anche uscire di casa lo è. L’aspetto drammatico dell’epidemia è che per paura di morire rinunciamo a vivere“.
Boom, parole dure, che lasciano il segno, ma come detto in apertura, Ruggeri non è mai stato banale, e spesso e volentieri, viste le sue posizioni da anti-conformista, è stato etichettato come fascista: “La definizione mi accompagna dal ‘78 – spiega – quando incisi con i Decibel l’album Punk. Eravamo vestiti di nero e tanto bastò. Ho le mie idee. Sono fuori schema, dico quello che penso senza protezioni. Così capita di dare fastidio. Nel 2003, con la mia compagna Andrea Mirò, ho portato Nessuno tocchi Caino a Sanremo. Un brano contro la pena di morte non è proprio un tema della destra”.
ENRICO RUGGERI: “TANTA GENTE MUORE DI COVID, MA MUIONO ANCHE DI ALTRE MALATTIE…”
Tornando al covid, per Enrico Ruggeri qualcuno ha sbagliato la gestione della pandemia, leggasi il governo: “Chi sta al governo è chiamato a fare scelte, non può barcamenarsi e improvvisare. Il coronavirus ha trovato tutti impreparati e questo ha generato risposte caotiche. Ti raccontano cose terribili, danno i numeri di vittime e contagi senza spiegazioni. Logico che la gente sia impressionata”. Ma guai a definire Enrico Ruggeri negazionista: “Macché. Per il mio lavoro faccio un tampone ogni tre giorni, più dei calciatori. Rispetto il distanziamento e uso la mascherina. Mi vaccinerò, sperando di diventare immune e tornare alla normalità. Però tanta gente muore per il Covid, ma tantissima continua a morire di cancro e malattie cardiovascolari. E’ un fatto”. Il cantautore milanese è preoccupato in particolare per le giovani generazioni, a cominciare dai 14enni in su, costretti da mesi chiusi in casa davanti ad un pc: “Chi è più colpito da questa vita sospesa? I ragazzi. Ho due figli minorenni. La piccola ha 10 anni e se la cava: va a scuola, vede i compagni. Ma il maschio di 15 è nei guai. Già in una situazione normale un adolescente fa fatica, figuriamoci adesso. Sta ore e ore davanti al computer a giocare a Fortnite, uno zombie nel momento in cui si forma il carattere. Come padre non ho un’alternativa da offrirgli, neppure tirare due calci al pallone insieme nel parco. Quelli della sua età saranno segnati da ferite indelebili”.