Si infittisce il mistero che circonda la morte di Diego Armando Maradona, scomparso nelle ultime settimane del 2020 all’età di soli 60 anni. Un decesso su cui si sta indagando, a partire dal medico personale del Pibe de Oro, il dottor Leopoldo Luque; in primis perché l’ex calciatore soffriva di miocardite dilatativa e non assumeva farmaci atti ad arginare questa problematica, bensì medicinali che contribuivano unicamente ad aggravarla. E poi, come rivelato nella mattinata di oggi, martedì 12 gennaio 2021, dalla trasmissione di Rai Uno “Storie Italiane”, sono spuntate tre presunte firme false su altrettanti documenti rinvenuti all’interno dell’abitazione del medico. Documenti importanti, peraltro, dal momento che in uno di essi veniva fatta richiesta di cartella clinica. Accanto ad essi, come se non bastasse, è stato ritrovato un foglio riportante vari tentativi di imitazione dell’autografo del campione sudamericano. Perché qualcuno cercava di riprodurla?
MORTE DIEGO ARMANDO MARADONA: AVVOCATO ARGENTINO SCELSE LUQUE
Angelo Pisani, avvocato di Diego Armando Maradona, è intervenuto a “Storie Italiane” dicendo che “c’è ancora molto da indagare. Stranezze nel comportamento del medico ce ne sono: se si chiede una cartella clinica, la si chiede perché si vuole accertare un possibile errore da parte dei sanitari. Peccato che il medico di Maradona fosse lui stesso: perché dunque fare richiesta di una cartella di cui si dovrebbe conoscere già il contenuto?”. Il giallo si fa ancora più denso se si considera che a scegliere il dottor Leopoldo Luque è stato l’avvocato argentino di Maradona, tanto che, considerato l’evolversi dei fatti, un giudice ha stabilito che questi non debba più occuparsi dell’eredità del fuoriclasse ex Napoli e Barcellona e che dovrà consegnare tutta la contabilità, le notizie e i conti correnti che riguardano l’ex giocatore. Al momento, però, non avrebbe consegnato nulla al nuovo amministratore.