Non è migliorata la qualità dell’aria in Lombardia nonostante il lockdown di questi ultimi mesi, e il livello di smog è rimasto alto. Lo conferma, come riferisce l’agenzia Ansa, la rilevazione della qualità dell’aria eseguita dall’Arpa, Agenzia regionale per la protezione ambientale, presentata quest’oggi prezzo Palazzo Lombardia da parte dell’assessore regionale all’ambiente, Raffaele Cattaneo, nonché dal presidente della stessa Arpa, Stefano Cecchin.
Stando ai dati rilevati, è emerso che per il terzo anno consecutivo, anche nel 2020 la Lombardia ha rispettato il limiti in merito alle quantità di Pm10 nell’aria, anche se si è registrato un peggioramento della media annua, e un aumento dei giorni in cui è stato superato il limite. Dati che di fatto confermano come, nonostante per molti mesi milioni di automobili siano rimaste in garage, impossibilitate a circolare a causa delle restrizioni, l’inquinamento atmosferico sia rimasto sui livelli del 2019, quando non vi era alcuna pandemia,
SMOG IN LOMBARDIA: “CI ASPETTAVAMO UN NETTO MIGLIORAMENTO”
Buone nuove invece per quanto riguarda i livelli di diossido di azoto NO2 nell’aria, che sono risultati essere nettamente in calo rispetto alla precedente rilevazione, e questo per effetto del lockdown. Per quanto riguarda invece le rilevazioni per questo 2021, i primi giorni sono andati bene grazie anche alle condizioni atmosferiche decisamente favorevoli, e fino ad oggi solo in un giorno è stata superata la soglia, leggasi a Capodanno. L’assessore Cattaneo ha commentato: “Visto il lockdown, ci aspettavamo un netto miglioramento della qualità dell’aria, ma così non è stato. Ciò significa che non è così evidente la correlazione tra traffico e qualità dell’aria”. Le notizie, come detto sopra, sono comunque positive: “Siamo in un trend complessivamente positivo e in miglioramento su base pluriennale. Quanto ho detto prima conferma la complessità del tema della qualità dell’aria. Talvolta risulta addirittura contraddittorio e necessita di un quadro di interventi che agiscano su una molteplicità di fattori. Dalla mobilità al riscaldamento domestico, dalle limitazioni delle emissioni in agricoltura alla riduzione dei fattori che determinano la formazione di particolato secondario in atmosfera”.