CIRCOLARE INPS SU PENSIONI GESTIONE PUBBLICA
Lo scorso 15 gennaio l’Inps ha emesso la circolare 6/2021 con diversi chiarimenti circa la gestione pubblica sul fronte pensioni: in attesa di una strutturazione più consolidata nella prossima riforma previdenziale, l’Istituto annuncia conguagli contributivi in arrivo per i lavoratori iscritti alla Gestione pubblica. Le amministrazioni di appartenenza «avranno tempo sino alla denuncia di febbraio 2021 per regolarizzare con il flusso Uniemens ListaPosPA i contributi previdenziali sulle retribuzioni effettivamente corrisposte nell’anno 2020», spiega il circolare Inps. A tale adempimento sono tenute tutte le Amministrazioni, le aziende e gli enti il cui personale è uscito alla Gestione pubblica: si tratta di CTPS, CPDEL, CPI, CPS e CPUG che debbano «tegolarizzare la contribuzione dovuta sulla retribuzione annua complessivamente corrisposta nell’anno 2020 ai propri dipendenti». Come spiegato nel dettaglio dalla circolare Inps, con questo provvedimento si stabilisce che per le retribuzioni imponibili relative all’anno 2020 «le operazioni di conguaglio devono essere inserite al più tardi nelle denunce contributive “Febbraio 2021”».
QUOTA 100, LA RIFORMA ANCHE DOPO IL 2021: I CASI
Come ormai noto, l’anno che si è appena aperto porterà alla scadenza dell’ultima importante riforma pensioni partorita dallo Stato: la Quota 100 al 31 dicembre 2021 cesserà di esistere, con la fase sperimentale portata a compimento e non rinnovata dal Governo giallorosso. Restano però alcuni casi in cui sarà possibile accedervi anche nel anno 2022: il chiarimento arriva dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro che nella rubrica “Esperto Pensioni” su Repubblica replica alle domande dei lettori che richiedevano se fosse possibile l’accesso nel 2022 e se vi siano delle penalizzazioni rispetto all’assegno. Per la Fondazione, la pensione in Quota 100 sarà comunque accessibile anche dopo il 2021 solo nel caso in cui la maturazione dei requisiti fondamentali per la riforma sia avvenuta nell’anno 2021. Vi deve poi sempre essere decorrenza della pensione dal mese successivo alla domanda, previa cessazione del rapporto di lavoro dipendente: da ultimo, «non vi sarà alcune penalizzazione e saranno valorizzati tutti i contributi maturati». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, IL RISCHIO CON LA CRISI DI GOVERNO
In un articolo sul sito del Giornale viene ricordato che nello scontro tra Renzi e Conte che ha determinato la crisi di Governo “ci sono diversi dossier che potrebbero essere accantonati” e “uno dei dossier che potrebbe finire nel dimenticatoio è quello che riguarda la riforma delle pensioni“, visto che a fine anno scadrà Quota 100 e l’attuale esecutivo “si è impegnato a varare una nuova riforma del sistema previdenziale (si vocifera di una Quota 102 o di altri sistemi) che potrebbe di fatto dare alcune certezze a chi vuol lasciare in anticipo il lavoro. Parallelamente l’esecutivo dovrebbe anche fare i conti con il blocco delle rivalutazioni”. Il rischio quindi è che venga lasciato “in stand by un dossier nevralgico come quello previdenziale per dare spazio poi a soluzioni last-minute che inevitabilmente potrebbero produrre disastri”.
LA RICHIESTA DELLA CISL PALERMO TRAPANI
Intanto, dato che per la Sicilia, come per la Lombardia e la Provincia autonoma di Bolzano, oggi scatta la zona rossa, la Cisl di Palermo Trapani chiede una proroga del termine fissato al 31 gennaio per presentare il modello Isee aggiornato ai fini di poter ricevere Reddito e Pensione di cittadinanza. Come riporta trapanisi.it, il Segretario generale della Cisl Palermo Trapadni Leonardo La Piana evidenzia l’alto numero delle richieste di queste misure nelle provincie siciliane e il timore che si creino “assembramenti, come quelli che si sono verificati nelle agenzie postali in questi giorni, nelle sedi Caf da parte degli utenti che dovranno rinnovare le richieste”.