Nella coda di polemiche generata dallo scoop di Dagospia e La Verità sul caos interno alla comunicazione vaticana, prova a chiarire all’Adnkronos Francesca Immacolata Chaouqui, una delle figure chiave dell’inchiesta “Vatileaks” e profonda conoscitrice degli affari interni della Santa Sede. «È singolare supporre che la sedia dei comunicatori papali attuali possa traballare per il mancato rilancio di due interviste del Pontefice: in primis perché Bergoglio non è un uomo umorale che dà e toglie incarichi secondo gli impulsi del momento e in più perché la crisi della comunicazione vaticana va ricercata in ben altro», spiega l’ex responsabile della Cosea (commissione pontificia incaricata della riorganizzazione economica del Vaticano).
La Chaouqui ha lavorato a lungo, prima dei processi per Vatileaks, alla riorganizzazione di Vatican Media Center e sostiene che il risultato sperato all’origine non era certo quanto poi prodotto dopo di lei: «Il piano operativo del Vatican Media Center prevedeva, tra le altre cose, la realizzazione di un piano di comunicazione annuale che tenesse conto globalmente degli eventi e dell’azione sia del Pontefice sia della Curia e che ne creasse una narrazione complessiva, articolata, esaustiva». Ancora all’Adkronos la donna aggiunge che probabilmente il Papa nel richiamare Tornielli e Ruffini potrebbe aver richiesto proprio quell’azione riformatrice voluta ad inizio Pontificato: «nel redde rationem sulla comunicazione ci potrebbe essere un monito a cambiare rotta, a governare le notizie, a riprendere in mano il progetto originale ma è rivolto, secondo me, non solo ai comunicatori ma anche (e soprattutto) ai superiori. Altrimenti il Papa ha dimostrato che è capace di fare da sé, come su tutto d’altronde». Meno “fughe di notizie” (specie sulle “ombre” economiche della Santa Sede), più narrazione complessa e complessiva: per la Chaouqui il Papa vorrebbe «una cabina di regia di crisis communication, aprire la sala stampa soprattutto quando i casi e le situazioni sono complicate per poterle spiegare».
LA VERITÀ: “FRANCESCO CONVOCA TORNIELLI E RUFFINI”
Papa Francesco contro la comunicazione del Vaticano: atto numero 2, o quantomeno così la pensano Dagospia e La Verità che nelle ultime giornate hanno riportato di “voci fondate” dalla Santa Sede che parlano della furia di Bergoglio contro Andrea Tornielli e Paolo Ruffini, i vertice della comunicazione vaticana scelti personalmente da Papa Francesco dopo il “caos” della lettera di Ratzinger ‘modificata’ dal precedente responsabile Don Dario Viganò. Ieri mattina, confermano sia Dago che il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, si è tenuta una importante riunione privata in Vaticano: «i vertici della comunicazione vaticana Paolo Ruffini e Andrea Tornielli sono stati convocati dal Pontefice che non ha gradito la censura che attuano ogni volta che decide di concedere un’intervista».
Nell’appena cominciato nuovo anno, importante per il ritorno dei viaggi fuori dalla Santa Sede per Papa Francesco (nonostante la pandemia Covid), il Santo Padre si è distinto in una comunicazione su ampia scala che lo ha visto nel giro di pochi giorni intervistato da Sporteeek-Gazzetta dello Sport, Tg5-Mediaset e Vanity Fair. Dallo sport ai vaccini, dalla crisi Covid alle crisi politiche negli Stati Uniti e in Italia: diversi i punti toccati da Papa Francesco in una “esposizione” mediatica rinnovata rispetto agli scorsi mesi.
CAOS INTERVISTE PAPA: COSA È SUCCESSO?
Da quanto riporta La Verità, dopo le ultime interviste televisive e sui giornali del Papa alla comunicazione vaticana di “Vatican News” pare non ne sapessero quasi nulla: «La catena di montaggio ufficiale dei media vaticani è stata più o meno all’oscuro di tutto e si è trovata il piatto con l’intervista già cucinato», scrive Lorenzo Bertocchi sul quotidiano milanese. E pare tra l’altro che non fosse la prima volta, come ad esempio successo di recente con l’enciclica “laica per lo sport” rilasciata dal Papa sulla Gazzetta dello Sport: dopo il “caso della lettera di Papa Benedetto XVI” fu Bergoglio in primis a ‘silurare’ Giovanni Maria Vian e assumere Andrea Monda, su consiglio di Tornielli e Padre Antonio Spadaro. Non vi sono chiaramente conferme ufficiali, ma per La Verità sembra ormai piuttosto conclamato che a Francesco non vada giù la comunicazione troppo “misurata” di Vatican News e voglia rimescolare le carte in tavola: per ora non si tratta assolutamente di licenziamento, ma pare da Dagospia che sia Ruffini che Tornielli abbiano ricevuto una sorta di “lavata di capo” per la mancata comunicazione sulle ultime iniziative del Papa. Se solo voce “inventata” o qualcosa di più, al momento, non siamo in grado di poterlo stabilire con certezza, in attesa di un’eventuale smentita ufficiale da parte della Santa Sede ai media Dagospia e La Verità.