Antonio Socci su ‘Libero Quotidiano’ affronta, con una voce assolutamente fuori dal coro, i fatti di Capitol Hill e l’indegna aggressione al Congresso americano: a 48 ore dall’ingresso ufficiale di Joe Biden alla Casa Bianca, il giornalista e scrittore sul quotidiano diretto da Vittorio Feltri cita Luigi Zingales, editorialista del Sole 24 ore, sulla disamina sui fatti del 6 gennaio. Il vero golpe negli Stati Uniti sarebbe stato lanciato contro Trump: questo spiega Zingales e questo riporta Socci, «le sue azioni di sedizione, tuttavia, stanno smascherando il potere politico di cui gode TAGAF (Twitter, Amazon, Google, Apple e Facebook)» sottolinea l’economista di sinistra.
Il silenziamento dei social network contro il Presidente americano uscente dovrebbe essere un problema posto da tutti, destra e sinistra: e così Socci ri-cita Zingales «tutti dovrebbero essere preoccupate perché quel potere potrà essere usato domani contro di loro». Tanto per l’economista quanto per lo scrittore, i fatti di Capitol Hill rischiano di “offuscare” l’altrettanto grave (per la democrazia futura) censura lanciata dai social contro Trump.
IL GOLPE CONTRO TRUMP
Il problema tra editori ed edicole torna dunque di fortissima attualità: «se sei un editore puoi decidere cosa pubblicare e cosa no, ma ne rispondi davanti alla legge. Se (come i giganti del web) sei come una compagnia telefonica, non ne rispondi e non puoi togliere la linea a un cittadino per le idee che professa», scrive ancora Socci contestando la condanna quasi unanime avvenuta contro Trump e non contro i “big Tech”. Occorre prima o poi prendere in seria considerazione il potere in mano alle oligarchie del TAGAF che incidono così tanto ormai sulla libertà dei cittadini: Zingales ma non solo, visto che anche altri da sinistra guardano con preoccupazione al “bavaglio” imposto a Trump. Secondo uno degli ultimi editoriali di Limes citato da Socci si afferma «Conformismo diffuso dai media all’accademia, dalla finanza alla politica, fino agli apparati visibili o profondi. Correttezza politica intrinsecamente intollerante. Autoritaria perché poco autorevole. Tabe che rende insensibili alla realtà, deformata da pregiudizi… Salvo rovesciare ogni colpa sui “populisti”. Termine con cui le élite squalificano chi ne rifiuta le ricette».