Juventus nel pallone, nel vero senso della parola. Senza ombra di dubbio i campioni d’Italia in carica stanno attraversando il momento più complicato dell’ultimo decennio, nel quale sono giunti nove scudetti consecutivi, suggellati da un monopolio assoluto nell’ambito della Serie A. Qualcosa, tuttavia, è mutato: la fine del rapporto in estate con l’allenatore Maurizio Sarri e la promozione a tecnico della Prima Squadra di Andrea Pirlo non stanno dando i frutti auspicati dalla dirigenza bianconera. La “Vecchia Signora” si trova attualmente a -10 dal Milan capolista (con una partita, però, ancora da recuperare) ed è momentaneamente fuori dalla zona valida per qualificarsi alla prossima edizione della UEFA Champions League. A preoccupare maggiormente, tuttavia, è lo scarso mordente mostrato dalla squadra sul terreno di gioco, come emerso domenica sera a San Siro contro l’Inter, con i nerazzurri che hanno letteralmente dominato il confronto con la compagine zebrata, surclassandola dalla cintola di metà campo in su. Un problema non di poco conto, se si considera che domani sera si assegnerà la Supercoppa Italiana e, a metà stagione, il tempo per correre ai ripari è decisamente risicato.
JUVENTUS, LITE PARATICI-NEDVED: C’ENTRA (ANCHE) SUAREZ
Le tensioni in casa Juventus non si avvertono unicamente nello spogliatoio, bensì anche ai piani alti. Secondo quanto riferito dal quotidiano “La Repubblica”, nei giorni scorsi alla Continassa è andata in scena una lite furibonda tra il vicepresidente Pavel Nedved e Fabio Paratici per via del caso Suarez (ma non soltanto). Come si legge sul giornale, “l’inchiesta di Perugia e il caso Suarez stanno danneggiando l’immagine del capo dell’area tecnica (indagato per false dichiarazioni al pm), non solo per le questioni penali ed etiche, ma anche sul piano meramente professionale, e questo a causa dell’sms spedito all’avvocato dell’attaccante Suarez”. Paratici, peraltro, vede il suo contratto con la Juventus in scadenza a giugno e, qualora non fosse rinnovato, al di là del caso Suarez, questa decisione potrebbe sottolineare la volontà dei vertici della società sabauda di voltare pagina e di avviare un restyling: se un ciclo è realmente finito, occorre subito aprirne uno nuovo e costellato di trofei. Come Boniperti insegna, del resto, alla Juve “vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”.
JUVE IN DIFFICOLTÀ, PIRLO SI GIOCA IL FUTURO
Le difficoltà della Juventus, però, in questo momento siedono anche in panchina, la stessa occupata da Andrea Pirlo. Il tecnico bianconero, alla sua prima esperienza in assoluto da allenatore, sta deludendo le aspettative che gravavano su di lui alla vigilia della sua avventura torinese. Per carità, gli va concessa l’attenuante dell’esordiente, ma certo era ed è lecito aspettarsi qualcosa di più da una squadra che in estate ha speso 60 milioni di euro solo per acquistare Federico Chiesa e che si può fregiare della presenza in rosa di Cristiano Ronaldo, non proprio l’ultimo arrivato. In cuor suo, il campione del mondo di Germania 2006 è consapevole che nei prossimi mesi si giocherà non soltanto la permanenza a Torino, ma anche un’importante fetta del suo futuro (il precedente Ciro Ferrara, “bruciatosi” dopo il deludente percorso alla guida di “Madama”, è emblematico in tal senso), che passa già dalla sfida di domani sera contro il Napoli dell’amico-rivale Gennaro Gattuso, utile ad assegnare il primo trofeo della stagione, la Supercoppa Italiana. Le due squadre ci arrivano con umori diametralmente opposti: la Juventus è delusa e arrabbiata per il ko contro l’Inter, i partenopei sono ancora in estasi per le 6 reti rifilate alla Fiorentina. Decisive saranno le motivazioni che si metteranno in campo: chi ne avrà di più porterà a casa il trofeo. E, magari, un pezzo di domani.