Di Maio? Un povero figliolo. Lo definisce così don Pietro De Luca, parroco di Paola, in provincia di Cosenza. Il video della sua omelia, in cui ha parlato della crisi di governo e della politica italiana, è diventato virale. Il parroco calabrese, a latere della messa, durante una conversazione con i fedeli ha spiegato che siamo governati da «politici non all’altezza del compito». E ha aggiunto: «Se avessi l’età, me ne andrei dall’Italia». Ai fedeli ha espresso tutta la sua amarezza: «Io me ne andrei dall’Italia se avessi l’età giusta perché è in mano a persone che non sanno quello che dicono». E per rendere l’idea ha tirato in ballo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
«Dopo avere incontrato un uomo dello spessore di Draghi non avrebbe dovuto dire che gli aveva fatto una bella impressione. Ma insomma, un po’ di umiltà, sennò non ci capiamo più». Sull’ex capo politico del MoVimento 5 Stelle ha aggiunto: «Di Maio è un povero figliuolo al quale l’Italia ha fatto un grave danno: l’ha fatto arrivare lì. L’Italia non gli vuole bene, e così non vuole bene a se stessa».
DON PIETRO E L’OMELIA CONTRO DI MAIO
Don Pietro De Luca è partito da una premessa: «Stiamo vivendo una vita… banale, per ritornare a vivere una vita buona abbiamo bisogno di ritornare all’amore delle parole». Ed è a questo punto che il parroco di Paola ha tirato in ballo Luigi Di Maio come esempio, in particolare sull’incontro con l’ex governatore della Banca centrale europea. «Quando Di Maio, con un diploma di scuola superiore e ha un curriculum vitae nobile ma popolare (…) incontra Draghi e dice “mi ha fatto una buona impressione” è come se il papa mi chiamasse a Roma e poi io dicessi “mi ha fatto una bella impressione”». Poco prima aveva evidenziato: «Il vostro parroco sembra cretino, stravagante, ma non lo è». Dopo che il video dell’omelia è diventato virale, don Pietro De Luca ha dichiarato al Corriere della Sera: «Si trattava di una conversazione con i miei parrocchiani a fine messa. L’argomento era “salvaguardiamo le parole per salvaguardare la nostra vita”».