Emanuele Fiano, ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, racconta di suo padre Nedo, di Auschwitz e delle conseguenze di un percorso drammatico come quello che suo padre, così come milioni di persone, hanno vissuto. Come ha affrontato Emanuele tutto questo? In diretta su Rai 1 racconta: “Mi ha aiutato la psicanalisi a capire che non dovevo vivere la frustrazione di restituirgli la madre e il padre morto sul campo. Invece io ho capito che avevo la responsabilità del ricordo che non è la retorica della memoria ma la necessità di scavare…” È proprio per questa necessità che ha deciso di scrivere un libro in cui ricorda sì cosa ha significato per il mondo l’Olocausto, ma in primis cos’ha significato per suo padre. (Aggiornamento di Anna Montesano)
Emanuele Fiano ospite a Oggi è un altro giorno
Emanuele Fiano racconta non senza difficoltà e qualche lacrima di suo padre Nedo e dell’orrore visto ad Auschwitz. “Mio nonno era fascista, era stato militare durante la Guerra Mondiale, era stato prigioniero nelle trincee e tornando aveva abbracciato il fascismo. Mia nonna, invece, era fortemente anti-fascista con simpatie socialiste. Quindi mio padre è cresciuto tra le urla di due fazioni totalmente contrapposte.” ha esordito lo scrittore, per poi ricordare il momento in cui suo padre ha affrontato con lui per la prima volta l’argomento: “Ero bambino quando ha iniziato a raccontarmi di quanto ha vissuto, ma prima di ascoltare lui io avevo visto. Mio padre aveva foderato le pareti con immagini di cose spaventose, indicibili…” (Aggiornamento di Anna Montesano)
Emanuele Fiano e la storia di suo padre Nedo
Lo scrittore Nedo Fiano, nato a Firenze il 22 aprile 1925, è stato un superstite dell’Olocausto. Deportato ad Auschwitz il 16 maggio del 1944 assieme alla sua famiglia (11 persone in tutto), fu l’unico superstite. Fu liberato a Buchenwald, dove le SS in fuga lo avevano trasferito alla fine della guerra. “Ciò che ha connotato tutta la mia vita è stata la mia deportazione nei campi di sterminio nazisti. Con me ad Auschwitz finì tutta la mia famiglia, vennero sterminati tutti. A diciotto anni sono rimasto orfano e quest’esperienza così devastante ha fatto di me un uomo diverso, un testimone per tutta la vita”, ha raccontato in una testimonianza all’Atis.
Nel 1949 Nedo Fiano ha sposato Rina Lattes. I due si erano conosciuti alla scuola ebraica di Firenze poi la guerra li aveva separati. Al ritorno da Auschwitz, nel 1945, si rincontrarono a una festa religiosa ebraica, al Teatro della Pergola di Firenze e il 30 ottobre 1949 si sposarono: “Il matrimonio mi ha rimesso al mondo. Lei mi ha consentito di realizzare le mie scelte, mi ha seguito e appoggiato”, ha detto lo scrittore a Repubblica.
Nedo Fiano: il figlio Emanuele racconta la sua storia
Nedo Fiano e la moglie Rina Lattes hanno avuto tre figli: il primogenito Enzo, nato nel 1950, Andrea (nel 1955) ed Emanuele (nel 1963). “Non mi sentii più uno qualunque, una bandierina al vento. Per me sono stati come ancore e nuove radici”, ha confidato a Repubblica parlando dei figli. Nedo Fiano è scomparso all’età di 95 anni il 19 dicembre 2020 a Milano. Il figlio Emanuele Fiano, deputato del Pd, ha da poco pubblicato il libro “Il profumo di mio padre. L’eredità di un figlio della Shoah”, in cui racchiude l’ereditò del padre: “Noi figli dei sopravvissuti alle camere a gas di Birkenau non siamo normali… Noi non abbiamo ascoltato solo parole dolci e tenere dai nostri padri, non solo favole ci è capitato di ascoltare, ma il silenzio impastato di lacrime e urla”, ha scritto nel libro.