Cos’è un Governo di minoranza? Questa è la domanda che si stanno ponendo tanti italiani dopo il risultato del voto di fiducia in Senato di ieri. Come ben sappiamo, il premier Conte ha raccolto 156 voti a favore a Palazzo Madama, non riuscendo – a differenza di quanto accaduto alla Camera – a raggiungere la maggioranza di 161. Ed ecco che torna lo spettro del Governo di minoranza…
Non si tratta del primo episodio in Italia, anzi: già 14 volte il Governo non ha ricevuto la maggioranza assoluta dei voti sulla fiducia. Ebbene: il Governo di minoranza è quell’esecutivo che conta sulla maggioranza relativa, legata alle astensione di deputati-senatori al momento del voto. Il Governo può restare in carica unicamente se le opposizioni – o parti di essa – non sono ostruzioniste. E’ il caso di Italia Viva, che sia alla Camera che al Senato ha deciso di astenersi…
COS’E’ UN GOVERNO DI MINORANZA? I PRECEDENTI
Il fattore decisivo per un Governo di minoranza è legato al post voto di fiducia. L’esecutivo, in questo caso quello guidato da Giuseppe Conte, necessita della maggioranza nelle commissioni parlamentari e nelle Aule durante le votazioni. Come dicevamo, quello giallorosso non sarebbe il primo caso in Italia: il primo Governo di minoranza della storia italiana risale alla fine degli anni Cinquanta: parliamo del De Gasperi IV, 1947-1948, con la fiducia iniziale dell’Assemblea Costituente arrivata con 274 sì su 556 membri. Ricordiamo poi i casi di Giovanni Leone, di Giulio Andreotti e di Carlo Azeglio Ciampi. Anche il primo esecutivo guidato da Silvio Berlusconi, datato 1994, fu di minoranza: 159 sì al Senato, compresi i senatori a vita Agnelli, Cossiga e Leone. Il più recente è datato dicembre 1999, il Governo D’Alema II: 310 deputati sui 315 necessari per la maggioranza assoluta.