L’Europa si aspetta riforme dall’Italia in cambio dei soldi per il Recovery Plan. Quel che mesi fa evidenziava il centrodestra, ora emerge chiaramente da Bruxelles. La Commissione Ue non si aspetta solo progetti, ma vuole una valanga di riforme. Tutto è ancor più chiaro da quando sono state aggiornate le linee guida per l’accesso ai fondi del Recovery Fund. Le nuove indicazioni valgono per tutti i Paesi, ma sembrano ritagliate proprio sull’Italia. Non a caso la Commissione Ue insiste sulla necessità di indicare nel piano le riforme che accompagneranno gli investimenti finanziati dall’Ue. Parliamo di riforme per l’ammodernamento della Pubblica amministrazione e il settore della giustizia, ma anche di provvedimenti sulle pensioni (come per la Spagna) e di misure per incrementare la competitività del nostro Paese.
Dopo aver constatato le difficoltà con cui il governo italiano ha lavorato al piano per accedere ai fondi del Next Generation Eu, la Commissione Ue ha cominciato a farsi sentire. Prima con Gentiloni, che ha chiesto un rafforzamento del piano, poi con Dombrovskis, secondo cui la crisi di governo non deve distrarre dal completamento dello stesso. C’è pure l’avvertimento di Moody’s. A un mese dalla notifica formale sale, dunque, la tensione.
UE A ITALIA “RIFORME O FONDI RECOVERY PLAN A RISCHIO”
Il legame tra aiuti e riforme è noto da luglio, ma ora Bruxelles lo afferma con chiarezza. Si aspetta «spiegazioni dettagliate su come verranno affrontate le misure proposte, in che modo le criticità verranno risolte». La Commissione Ue, quindi, non si accontenta di documenti vaghi da Roma. Inoltre, a chi ha squilibri eccessivi chiede spiegazioni su «come i piani contribuiranno ad affrontarli». Per l’Italia il nodo resta il debito pubblico. Secondo Bruxelles, il governo deve aumentare la crescita tramite un incremento della produttività e della competitività, ma ciò attraverso riforme, come taglio della burocrazia, processi più rapidi, eliminazione di Quota 100 e un ambiente migliore per le imprese.
La Commissione Ue, secondo quanto riportato da Repubblica, è preoccupata anche perché se nelle prime bozze le riforme venivano riassunte, ora sono sparite. Non ci sono quelle che richiamano a interventi sulle pensioni, né lo spostamento delle tasse verso la rendita con l’aggiornamento dei valori catastali. Ci sono solo richiami su giustizia, concorrenza e mercato del lavoro. Il timore dell’Ue è che l’Italia senza le riforme non investirà in tempo i 209 miliardi, perdendoli.