Sharon aveva appena 18 mesi quando il suo cuore, lo scorso 11 gennaio, ha smesso di battere per sempre. La giovane madre 24enne, Silvia, l’aveva lasciata con il compagno di cui si fidava ciecamente per andare al lavoro al bar ma poche ore dopo l’ha rivista mentre veniva portata via, ormai senza vita, su un elicottero del 118. Il compagno le ha ripetuto che si è trattato di “un banale incidente domestico, si è tirata addosso la stufetta”, ma lo scorso sabato è stato arrestato con accuse gravissime: avrebbe picchiato la piccola a morte ed avrebbe persino abusato di lei.
E’ il Corriere della Sera a ripercorrere l’orrore che si è consumato in una casa a piano terra di Cabiate, provincia di Como, nell’appartamento dove mamma Silvia viveva con la piccola Sharon e da qualche mese con il compagno Gabriel Robert Marincat, operaio romeno di 25 anni. In seguito all’arresto del ragazzo, accusato di accusato di maltrattamenti con esito mortale e violenza sessuale, alla casa sono stati messi i sigilli e Silvia si è trasferita a casa dei genitori.
SHARON, BIMBA DI 18 MESI MORTA A COMO: PARLA LA MAMMA
La giovane madre è distrutta dal dolore ma, raggiunta da Corriere ha commentato: “Non voglio dire altro, sono state dette tante parole, si stanno ingigantendo le cose e non voglio aggiungere altro”. La donna non nomina mai il compagno né dice cosa pensa di lui ma si limita a commentare: “Quando ci sarà il processo allora il giudice dirà qual è la verità, chiarirà cosa è successo”. Adesso gode della protezione di tutta la sua famiglia. Era stata la stessa Silvia a covare qualche sospetto dopo il racconto dell’ormai ex compagno, smentito tuttavia dall’autopsia che ha evidenziato come i traumi sul corpo della bambina di 18 mesi non fossero affatto compatibili con la versione della stufetta fornita dal 25enne. Inequivocabili poi i segno degli abusi sessuali. Dopo la morte di Sharon la coppia aveva continuato a convivere. Inizialmente Silvia aveva detto agli inquirenti di non nutrire dubbi nei confronti del compagno ma poi i sospetti si sono fatti sempre più forti ed allora aveva deciso di cacciare di casa l’uomo interrompendo la relazione. Davanti ai militari che lo hanno arrestato il 25enne è rimasto impassibile e in silenzio, così come intende restare sua madre che si limita a rispondere: “Non so niente”. Nelle prossime ore a rompere il muro del silenzio davanti al giudice potrà essere proprio Gabriel Robert che potrebbe fornire la sua versione sulle ultime ore di vita di Sharon.