Nel giorno in cui la Regione Lombardia decide di ritirare la sospensiva dal Tar in quanto il ricorso contro la zona rossa poco senso avrebbe dal momento che da ieri il territorio lombardo è tornato in zona arancione, non si placa affatto lo scontro a distanza tra Regioni e Governo centrale sul sistema di classificazione dei colori.
Le accuse e contro accuse tra Fontana e Ministero della Salute sui dati per porre in zona rossa un territorio ora vedono un nuovo capitolo “innestarsi”, allargando la platea della protesta: i Governatori della Lega Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Attilio Fontana (Lombardia), Chtistian Solinas (Sardegna), Nino Spirli (Calabria), Donatella Tesei (Umbria) e Luca Zaia (Veneto) – a cui si aggiungono anche Giovanni Toti della Liguria e Alberto Cirio del Piemonte (Cambiamo! e Forza Italia) – hanno scritto una lettera al Governo in cui rinnovano la richiesta «di una revisione immediata delle procedure per determinare il colore delle Regione in modo da affrontare con serenità maggiore una grave situazione».
REGIONI AL GOVERNO: “NON SI PUÒ SEMPRE INCOLPARCI”
La richiesta degli 8 Governatori di area Centrodestra ricalca il monito già lanciato negli scorsi giorni nel pieno dello scontro Lombardia-Iss: «Il governo non può ad ogni problema esimersi da responsabilità e incolpare le regioni». Il sistema messo a punto dagli scienziati in seno al Governo, sostengono ancora i Presidenti di Regione, può avere conseguenze «devastanti sulla vita delle persone e sull’economia, come nel caso della Lombardia, quindi è necessario il massimo rigore nell’analisi dei dati». Per questo motivo, concludono i Governatori di Centrodestra, fanno ufficiale richiesta di revisione del sistema: «Ci aspettiamo da Conte e Speranza un atto di realismo e maturità nei confronti dei cittadini e delle istituzioni. Il clima degli insulti – sentenziano – non fa bene a nessuno. Ribadiamo la volontà di una leale collaborazione su tutti i temi, dai vaccini alle misure per contrastare la diffusione del virus ma ci aspettiamo dall’esecutivo lo stesso spirito e volontà per il bene del Paese e di tutti i cittadini».