Ha compiuto 70 anni pochi giorni, e da quasi 40 si batte affinchè Enzo Tortora non venga dimenticato e il sistema della giustizia italiana cambi. Stiamo parlando di Francesca Scopelliti, giornalista, ex segretaria del Senato nonché ex compagna del noto conduttore di Portobello, arrestato nel 1983 con accuse infamanti (camorrista) poi rilasciato dopo la sua palese innocenza. “Enzo, a dispetto di chi lo voleva camorrista con accuse infamanti quanto false – racconta Francesca Scopelliti in un’intervista rilasciata ai microfoni di Affaritaliani – si è fatto leader della battaglia per la giustizia giusta, culminata con la vittoria schiacciante (tradita poi dal Parlamento) del referendum per la responsabilità civile dei magistrati. Un vulnus di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze”.
E proprio grazie a questa legge, per il danno subito da Enzo Tortora e dalla sua famiglia, “Nessuno ha pagato, anzi hanno avuto tutti una brillante carriera. E’ successo con Enzo. Succede ancora: nessun magistrato che sbaglia paga. Colpa anche di quella legge sulla responsabilità civile dei magistrati inadeguata quanto inapplicata. Ce lo dice anche l’Europa”.
FRANCESCA SCOPELLITI, COMPAGNA ENZO TORTORA: “OGGI LA PRESUNZIONE DI NON COLPEVOLEZZA È CALPESTATA”
Francesca Scopelliti ricorda come “Il sacrifico di Enzo non è servito. Anzi oggi viviamo un momento in cui le garanzie, le certezze giuridiche, il principio costituzionale sulla presunzione di non colpevolezza, sono quotidianamente calpestati. Complici, una classe politica che non vuole contrastare la magistratura”. Francesca Scopelliti ricorda anche Marco Pannella, storico leader del Partito Radicale, autore di centinaia di battaglie per i diritti civili e grande amico proprio di Enzo Tortora: “Marco era un politico infaticabile, esigente con se stesso e quindi con gli altri”, e ancora: “Oggi, il nostro Paese paga la mancanza di uomini come Enzo Tortora e di leaders come Marco Pannella: questo lo sanno in tanti, anche quelli che occupano le stanze del potere, ma non lo dicono, chiusi nella loro ignorante presunzione”. Enzo Tortora morì il 18 maggio del 1988, per tutti, ammalatosi psichicamente e fisicamente dopo le gravi accuse nei suoi confronti, per cui lo stesso era stato condannato e poi ritenuto totalmente estraneo ai fatti. La sua definitiva assoluzione avvenne solo nel 1987.