«Commemoriamo le vittime della Shoah e tutte le persone perseguitate e deportate dal regime nazista»: così Papa Francesco al termine dell’Udienza Generale in Vaticano celebra l’anniversario della liberazione del campo di sterminio nazista di Auschwitz in quella che è a livello mondiale la Giornata della Memoria. Per il Santo Padre, che è stato in visita al campo di concentramento nel luglio 2016, l’esercizio del ricordare è da recuperare al più presto: «Ricordare è espressione di umanità. Ricordare è segno di civiltà. Ricordare è condizione per un futuro migliore di pace e di fraternità».
Sempre il Papa sottolinea come la memoria è anche stare attenti affinché fatti del genere non possano più accadere: purtroppo la storia del Novecento già ha presentato “tentativi” simili e altrettanti diabolici, i Laogai cinesi, le fosse in Cambogia, le persecuzioni ai cristiani e alle minoranze musulmane fino ovviamente ai Gulag sovietici comunisti. Ma è sull’oggi che viene puntata la ‘barra’ del Santo Padre nella Giornata della Memoria: «Ricordare anche è stare attenti perché queste cose possono succedere un’altra volta, incominciando da proposte ideologiche che vogliono salvare un popolo e finiscono per distruggere un popolo e l’umanità. State attenti a come è incominciata questa strada di morte, di sterminio, di brutalità».
LA CHIESA E LA MEMORIA
In questo lungo Giorno della Memoria è in primis la Conferenza Episcopale Tedesca (DBK) ad intervenire pubblicamente per lanciare un messaggio ricco di impegno e riflessione sul dramma della Shoah: «Insieme dobbiamo contraddire coraggiosamente i pregiudizi antiebraici, i miti della cospirazione e ogni forma di odio nella vita di tutti i giorni, a scuola o tra amici», ha scritto sui social il vescovo di Limburgo, Mons. Georg Batzing e Presidente della Chiesa tedesca. Rifacendosi al messaggio del Papa, il vescovo conclude «L’omicidio di massa degli ebrei giunse alla fine di una strada iniziata con discorsi di odio, miti della cospirazione ed esclusione sociale. I ricordi dell’Olocausto mi riempiono di vergogna e tristezza perché tanti restarono in silenzio all’epoca».
Il suo “collega” alla Conferenza Episcopale polacca, Mons. Stanisław Gądecki nel messaggio per il 76esimo anniversario della liberazione di Auschwitz scrive «Preghiamo per le vittime della Seconda guerra mondiale affinché vinca sempre l’amore per il prossimo. le celebrazioni in occasione dell’anniversario della liberazione del Konzentrationslager Auschwitz-Birkenau quest’anno ricordano il martirio di oltre 200mila bambini, ivi trucidati, e la vita di pochi che sono riusciti a sopravvivere alla Geenna del campo». Il capo della Chiesa in Polonia ha poi ricordato le visite compiute dai Papi Giovanni Paolo II, Benedetto XVI fino a Francesco, la cui silenziosa preghiera «era come un appello alla pace della quale anche oggi abbiamo bisogno».