Nuovo aggiornamento sulla campagna vaccinale in Italia con il bollettino vaccini covid di oggi, giovedì 28 gennaio 2021. Stando a quanto comunicato dal sito ufficiale del ministero, aggiornato alle ore 14:01 di oggi, al momento sono state somministrate più di 1.6 milioni di dosi in Italia, per l’esattezza 1.653.027. Per quanto riguarda invece il dato delle persone che hanno già ricevuto le due dosi, e che di conseguenza sono al momento immuni al covid, si tratta di 338.067 unità.
Con l’82.4% delle dosi somministrate, la Campania è al momento la regione che meglio si è mossa in Italia, seguita dal Piemonte a quota 81.4 e dalle Marche a quota 79.7%. 1.116.529 invece gli operatori sanitari a cui è stato sottoposto il vaccino, mentre continuano ad essere poche le persone over 80 vaccinate, allo stato attuale 14.214, circa 1.000 in più rispetto alla giornata di ieri.
BOLLETTINO VACCINI COVID, FNOMCEO VS LOMBARDIA
Intanto è uscito allo scoperto Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, che ha puntato il dito nei confronti della Lombardia, per i ritardi nelle somministrazioni al personale sanitario: “E’ inaccettabile che, a un mese dal V-Day – le sue parole commentando il report di oggi della Fondazione Gimbe – si siano distribuite un quarto delle dosi di vaccino anti Covid senza tener conto delle priorità indicate dal piano del Ministero della Salute: operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale delle Rsa e persone di età avanzata. E’ incomprensibile come, in Lombardia, il personale amministrativo che ha ricevuto il vaccino superi addirittura quello sanitario. Una società che non mette in sicurezza chi deve curarla e assisterla è una società miope e senza futuro”. Sui vaccini si è espresso anche il presidente della regione Emilia Romagna, Bonaccini, che si è soffermato in particolare sul passaporto vaccinale: “Vorrei ragionare con le Regioni e con il governo, appena ci sarà, di passaporto vaccinale. Non vedrei male che chi è già immunizzato potesse rientrare via via nei luoghi, non solo quelli dello sport, oggi preclusi al pubblico. Si potrebbe dare un po’ di ossigeno ad attività economiche, sociali, culturali e sportive che oggi rischiano davvero di vivere solo di ristori che non saranno mai abbastanza”.