Oggi la Corte Costituzionale si è riunita in camera di consiglio per esaminare la questione del riconoscimento dello status di genitori a due uomini italiani uniti civilmente e che hanno fatto ricorso alla tecnica della maternità surrogata. La questione è stata sollevata dalla Cassazione e consiste sull’impossibilità di riconoscere nel nostro Paese un provvedimento giudiziario straniero con il quale viene riconosciuto lo stato di genitori. In attesa della sentenza, la Corte ha dichiarato la questione inammissibile.
Oltre a ribadire il divieto di maternità surrogata, la Corte ha inoltre sottolineato che l’attuale quadro giuridico non tuteli pienamente gli interessi del bambino nato attraverso questa tecnica. Pur ritenendo di non poter intervenire, la Corte Costituzionale ha tuttavia affermato la necessità di un intervento sul tema da parte del legislatore. Nelle prossime settimane sarà possibile conoscere le motivazioni della sentenza odierna.
CONSULTA, LEGGE PER RICONOSCERE I FIGLI DI COPPIE GAY
Sempre nella giornata di oggi, la Corte si è riunita anche per esaminare il riconoscimento dello status di figli per i nati mediante tecnica di procreazione medicalmente assistita eterologa, praticata all’estero da due donne. La vicenda sulla quale si è espressa la Consulta riguardava due donne di Padova che avevano avuto due figlie con fecondazione assistita, pratica messa in atto a Barcellona. Le due donne si sono poi separare e la mamma “biologica” non ha più voluto far vedere le bambine all’altra madre che si è così rivolta ad un avvocato, come spiega La Stampa. Tuttavia, nessun tribunale ha trovato un appiglio giuridico al quale fare riferimento ed il tribunale di Padova ha rimesso il caso alla Corte Costituzionale che oggi lo ha dichiarato inammissibile. Al tempo stesso però la Corte ha rivolto un forte monito al legislatore affinché possa individuare con urgenza “le forme più idonee di tutela dei minori, anche alla luce delle fonti internazionali ed europee”.