Il professor Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute, ha analizzato la situazione epidemiologica italiana nella conferenza stampa dell’Istituto superiore di sanità. «Bisogna mandare un messaggio equilibrato. Abbiamo una situazione che indubbiamente è migliorata rispetto a qualche settimana fa. Siamo al di sotto della soglia critica per quanto riguarda l’occupazione delle terapie intensive. Abbiamo una lieve riduzione dell’incidenza che ci fa ben sperare insieme alla riduzione dell’indice Rt. Sono dati che ci dicono che la tendenza in questo momento è positiva», ha spiegato dopo la presentazione dei dati del nuovo monitoraggio e sull’indice Rt.
Ma Rezza avverte: «Naturalmente abbiamo un’incidenza che è comunque elevata, per cui il numero di nuovi casi è sempre abbastanza elevato, lo confermano pure i dati di oggi». Il dato peggiore resta quello dei decessi: «In questo momento c’è una sorta di stabilizzazione ad un livello elevato, perché abbiamo avuto molti casi in questa seconda fase dell’epidemia. A quest’accumulo di casi corrisponde una lunga coda di terapia intensiva e decessi». Ma è evidente per Rezza che «le misure prese nel periodo festivo hanno funzionato, anche se si fatica ad abbattere l’incidenza dei nuovi casi». (agg. di Silvana Palazzo)
INDICE RT E MONITORAGGIO: “FASE DELICATA”
Indice Rt nazionale in calo da 5 settimane: in quella 18-25 gennaio è 0,84 rispetto allo 0,97 della settimana precedente. In calo anche l’incidenza dei casi: ora è a 289,35 ogni 100mila abitanti, secondo i dati del monitoraggio forniti dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in conferenza stampa. Nonostante ciò, «l’incidenza è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti». Perché i casi siano tracciabili, il livello deve scendere sotto i 50 casi ogni 100mila abitanti. Per quanto riguarda i territori singoli, resta alta l’incidenza nella Provincia autonoma di Bolzano (582,75 per 100mila dal 18 al 24/1). L’Umbria resta con una classificazione complessiva di rischio alto, invece 10 Regioni sono a rischio moderato (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia , Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia di Bolzano ad alto rischio di progressione, Provincia di Trento, Puglia e Toscana), altre 10 a rischio basso (Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Molise ad alto rischio progressione, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Val d’Aosta e Veneto). In generale, c’è un miglioramento. In Molise, dove c’è Rt maggiore di 1, lo scenario è di tipo 2.
Un altro aspetto evidenziato dal monitoraggio è quello relativo al tasso di occupazione delle terapie intensive. Sono 8 le Regioni sopra la soglia critica contro le 12 del monitoraggio precedente. A livello nazionale il tasso è al 28%, sotto la soglia critica del 30%. Ma ci sono forti variazioni regionali e in alcune sono necessarie misure restrittive. Diminuiscono, comunque, i ricoveri in rianimazione e nelle aree mediche. «L’epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale», scrivono gli esperti. (agg. di Silvana Palazzo)
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— ilSussidiario (@ilsussidiario) January 29, 2021
INDICE RT 0.84, MONITORAGGIO ISS 29 GENNAIO
Sono appena giunti i nuovi dati del monitoraggio Iss settimanali che ci informano come sempre sull’andamento della pandemia nel nostro Paese nel periodo 18-25 gennaio ed in base ai quali dipende anche la nuova classificazione a colori delle Regioni. Per la seconda settimana consecutiva ci troviamo di fronte ad un calo dell’indice di replicazione dell’infezione in Italia. Il dato odierno rilevato dalla cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità, ministero della Salute e Regioni, dell’indice Rt è 0,84. Si tratta di un calo rilevante rispetto al dato della passata settimana quando l’Rt si attestava a 0,97 segnando la prima significativa riduzione del valore dopo cinque settimane di crescita e soprattutto dopo essere rimasto sopra la soglia critica dell’1.
Stando al nuovo monitoraggio, dunque, è stato registrato un calo dell’Rt in quasi tutte le Regioni d’Italia. Nella giornata di oggi inoltre, la Cabina di regia seguita dal Cts darà le indicazioni sull’andamento dell’epidemia nelle differenti Regioni tenendo conto dei parametri inseriti nel monitoraggio. In base al cambio colore, sono in tanti i governatori ad attendersi una “promozione” a giallo ma non è ancora detto che possa giungere il via libera dalla attuale zona arancione. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
INDICE RT ITALIA: ATTESA PER NUOVI DATI
Sono in arrivo i nuovi dati del monitoraggio Iss che settimanalmente offrono la “fotografia” epidemiologica del Paese e dai quali la cabina di regia anti-Covid (Ministero Salute-Cts-Regioni) trae spunto per la nuova classificazione di rischio settimanale delle Regioni. La tendenza anticipata dalle bozze dell’Iss emerse ieri è quella di un’Italia praticamente divisa in fasce “gialle” e “arancioni”, con la sola Sicilia che potrebbe rischiare di rimanere in zona rossa: molte Regioni avrebbero già i dati per entrare in zona gialla, ma l’ordinanza del Ministero della Salute ha validità “minima” di 14 giorni e dunque solo dal 7 febbraio prossimo diversi territori potranno vedere riaperti i confini interni regionali oltre che le attività di ristorazione anche con consumazione sul posto.
7 giorni fa il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità vedeva scendere l’indice Rt nazionale per la prima volta sotto quota 1 da prima di Natale (0,97), con gli scienziati in consiglio al Governo che valutavano come efficaci e funzionanti le misure approvate nei Decreti delle Feste natalizie. Di contro, ancora una settimana fa l’epidemia non era sotto controllo del tutto, «perché non si riesce a fare tracciare e se non si riesce a tracciare si fa fatica a contenere. L’epidemia resta in fase delicata, non può essere escluso un rapido aumento dei casi, per questo bisogna mantenere dei comportamenti prudenti. Quando tendiamo a rallentare le misure restrittive il virus ricomincia a correre», sottolineava il direttore generale Gianni Rezza.
MONITORAGGIO ISS: CHI CAMBIA COLORE OGGI
Da domenica cambieranno però diversi colori nelle Regioni e saranno proprio i dati in arrivo oggi alla cabina di regia a fornire il “materiale” necessario per le nuove valutazioni e successive Ordinanze del Ministro della Salute Roberto Speranza. In primis, il Veneto e la Liguria sono vicine a divenire zona gialla (aggiungendosi a Basilicata, Campania, Molise, Toscana e Trentino): diversa la situazione di Lombardia, Piemonte e Lazio che pure avrebbero dati migliorati a livello epidemiologico ma per effetto della regole delle 2 settimana con la medesima classificazione di rischio dovrebbero divenire gialle solo dal 7 febbraio prossimo.
Da dirimere la situazione invece di Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Puglia, Umbria, Valle d’Aosta che si trovano in zona arancione fino ad oggi ma che potrebbero cambiare colore da domenica prossima. «Le misure hanno funzionato. Vi era significativa preoccupazione che il periodo delle festività natalizie potesse portare a un marcato incremento della circolazione virale (…). Invece la situazione non è sfuggita dal controllo», ha spiegato oggi al Corriere della Sera il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, professor Franco Locatelli. Rischi per un nuovo lockdown al momento non ve ne sono nemmeno dopo il prossimo monitoraggio Iss, «In Cts non se ne è mai parlato e non sarebbe giustificato dal quadro epidemiologico».