Tocca al presidente della Camera Roberto Fico: la terza carica dello Stato, espressione del M5s, ha ricevuto ieri da Mattarella il mandato di verificare sul campo, interpellando i partiti, se c’è una maggioranza capace di sostenere un governo Conte ter. Sembra semplice, invece è tutto molto complicato. Renzi ha salutato positivamente l’incarico a Fico, ma si tratta di vedere quali saranno le sue condizioni per dire sì ad un terzo governo Conte. Niente è già scritto. A cominciare da quello che potrebbe succedere in M5s. “Se in queste 96 ore ci fosse uno smottamento all’interno dei 5 Stelle, fare un Conte ter diventerebbe molto complicato” osserva Luciano Ghelfi, quirinalista del Tg2. A quel punto si spalancherebbero le porte al governo istituzionale che, secondo alcuni osservatori, piacerebbe al capo dello Stato. E anche a Renzi.
Cosa significa politicamente il mandato esplorativo a Roberto Fico?
È il tentativo di rimettere insieme l’unica maggioranza che Mattarella durante le consultazioni ha riscontrato essere possibile in questo momento. Dunque Pd, M5s, Leu e Italia viva.
Fico ha completa libertà di iniziativa?
Mattarella ha posto precisi limiti di perimetro politico e di tempo al presidente incaricato. Però ha anche detto che “è emersa la prospettiva di una maggioranza politica, composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente”. Significa che Fico può anche allargare il perimetro della vecchia maggioranza. Naturalmente non è detto che ci riesca.
Ma dev’essere una maggioranza “politica”. In altri termini?
Vuol dire, in questa fase, non un governo istituzionale o di altro genere.
Fico verifica questi numeri come potenziale premier?
No: visto che Pd, M5s, Leu, Europeisti e minoranze si sono espressi per Conte e Italia viva no, Fico dovrà tentare di mettere insieme una maggioranza intorno al nome di Conte, che è quello indicato da tutti tranne uno.
Dunque un Conte ter è ancora possibile.
Assolutamente sì, è la prima ipotesi virtualmente in campo.
Esiste anche la possibilità che Fico si ritrovi premier della nuova maggioranza?
In astratto nulla si può escludere, ma non mi sembra lo scenario più probabile. Nella prassi costituzionale italiana l’“esploratore” non opera per se stesso e infatti il mandato che Mattarella ha dato a Fico è estremamente specifico. Certo, se Fico constatasse che il suo nome riscuotesse maggiori consensi di Conte, non potrebbe non informare Mattarella della cosa.
Che cosa farà Renzi?
È la grande incognita, perché il sì di Renzi al Conte ter è subordinato alle condizioni che il leader di Iv sicuramente porrà, e che gli altri devono accettare. Condizioni programmatiche, ma anche di nomi. Per Renzi questo è in qualche modo il momento della verità. Anche perché l’obiettivo dichiarato è quello di fare un governo che duri fino alla fine della legislatura.
“La decisione di Mattarella” ha dichiarato Renzi “è una scelta saggia che Italia Viva onorerà lavorando sui contenuti”. Quindi?
Riconoscere che Mattarella ha fatto le mosse istituzionalmente corrette non vuol dire che ci sia l’assoluta garanzia della riuscita dell’operazione. La trattativa potrebbe risultare complessa.
La riuscita di Fico non è separabile dal grande problema che si chiama M5s. E ci sono già dei mal di pancia.
I segnali di oggi dicono che c’è una minoranza rumorosa e agguerrita che non vuole tornare a lavorare con i renziani. È un problema serio che entrerà nell’esplorazione. Peraltro Fico viene da quelle file e quindi conosce bene quella realtà. Se in queste 96 ore ci fosse uno smottamento all’interno dei 5 Stelle, fare un Conte ter diventerebbe molto, molto complicato.
Fico ha delle probabilità di riuscire?
Se Mattarella lo ha fatto partire, sì. Però il successo non è scontato.
Quali carte ha Fico da giocare per riuscire nel suo tentativo?
La consapevolezza che il modello giallorosso potrebbe finire qui. E che dopo ci sono o un governo di larghe intese, o le elezioni.
Potremmo assistere, nel corso del mandato esplorativo, ad un cambiamento della maggioranza disponibile a sostenere il Conte 3?
Se arrivasse l’apporto politico di un gruppo parlamentare a sostegno della nuova maggioranza, tale da rendere ininfluente la posizione di Renzi, allora si potrebbe anche procedere in quella direzione. Non è impossibile, ma è difficile che questo avvenga.
Perché?
Perché le posizioni in parlamento sembrano essersi cristallizzate, il centrodestra sin qui è riuscito a fare muro. Servirebbero fatti nuovi per smuovere una situazione che sembra bloccata.
Quindi è prematuro considerare l’ipotesi di un possibile sostegno da parte di Berlusconi?
In questa fase mi sembra di sì.
In queste ore si parla anche dell’ipotesi di un governo istituzionale. A che cosa è subordinato?
L’ipotesi prenderebbe corpo solo se il tentativo di Fico fallisse. Allora se ne potrebbe discutere, anche alla luce dei segnali lanciati nella dichiarazione di ieri del centrodestra.
Dove sta la novità?
Il centrodestra ha detto “di valutare con il massimo rispetto ogni decisione che spetta costituzionalmente al Capo dello Stato” e di essere pronto a sostenere i provvedimenti in favore dei cittadini, mettendo in elenco anche il Recovery Plan. È più di una convergenza puntuale su un semplice tema.
Dire sì ad un governo istituzionale potrebbe creare una frattura. Salvini starebbe con Berlusconi, pronto ad appoggiarlo, o con Meloni?
Al momento è un tema troppo complicato e prematuro.
(Federico Ferraù)