Mascherina sì, mascherina no. Mascherina insufficiente, super-mascherina “killer” in arrivo composta di ben cinque strati in grado di catturare e uccidere il virus. Come tutto quello che riguarda il Covid non esistono certezze, come ci ha detto in questa intervista il professor Roberto Cauda, professore ordinario di Malattie infettive nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, neanche sul tanto decantato vaccino: “Nessuno dice che il semplice vaccino influenzale ha una efficacia del 60-70% eppure giustamente lo facciamo lo stesso”. A proposito delle discussioni in atto in questi giorni sull’uso della mascherina (Andrea Crisanti dice che dovremo usarla ancora almeno per un anno e mezzo, anche due, mentre l’americano professor Fauci parla del Natale 2021), Cauda ci ha detto che “anche qui non esistono certezze matematiche, ben vengano nuovi modelli, ricordiamoci che la mascherina è un mezzo di barriera utilissimo ma da sola ha una minor efficacia rispetto all’evitare di stare in luoghi chiusi con un alto numero di persone o mantenere la distanza di sicurezza”.
Si discute ultimamente sull’efficacia delle mascherine, soprattutto a causa delle varianti in corso del Covid, cosa ne pensa? I modelli attualmente in uso non bastano più?
Il problema delle mascherine è un refrain che va avanti dall’inizio della pandemia. Ricordiamo la presa di posizione di autorevoli istituzioni internazionali che sostenevano che le mascherine potevano essere importanti per i soggetti sintomatici ma non per i soggetti che avevano forme asintomatiche, insomma non erano utili per la prevenzione.
Poi cosa è cambiato?
Si è andato chiarendo quale era il ruolo delle mascherine, si è discusso su quali fossero le migliori, quelle chirurgiche ad esempio, o la doppia mascherina che adesso per via di una intervista del professor Fauci è tornata con una certa valenza, e infine il problema della Ffp2.
Quindi? Non esiste un modello unico?
È chiaro che la mascherina è un mezzo di barriera utilissimo ma da sola ha una minor efficacia rispetto all’evitare di stare in luoghi chiusi con un alto numero di persone o mantenere la distanza di sicurezza. Proprio a proposito della variante inglese alcuni epidemiologi hanno ipotizzato che una distanza di un metro non è sufficiente ma ce ne vogliono due.
Nuovi modelli di mascherine sono però allo studio; è quindi necessario proprio alla luce delle varianti in atto?
Evidentemente sappiamo che queste nuove varianti hanno la caratteristica di una maggior trasmettibilità che è stata anche quantificata in termini percentuali. Portare la mascherina per due anni come dice qualcuno credo sia una legittima ipotesi ma è come un modello matematico, non ha basi scientifiche.
Ritiene che si potrà farne a meno prima?
Nessuno può avere la certezza, personalmente sono un po’ più ottimista e mi auguro che potremo toglierle quando il livello di popolazione vaccinata avrà raggiunto l’immunità di gregge sufficiente, ma anche questa è una ipotesi personale, non c’è un presupposto scientifico. Come quando si diceva che in estate con il caldo il virus non avrebbe circolato: personalmente, pensavo, aspettiamo e vediamo cosa succede. È una ipotesi che non fa piacere ma credo che l’uso della mascherina sia importante in questa fase per mitigare la diffusione del virus, anche nei soggetti vaccinati fino a quando non capiamo se il soggetto vaccinato possa non essere infettato nuovamente e possa non infettare qualcuno, la mascherina va sicuramente portata e va fatta anche la valutazione del tampone periodico.
In Gran Bretagna è allo studio una mascherina a cinque livelli contenente nanoteconologie al rame perché pare che il rame sia l’unico elemento su cui il virus muore.
Non sono un fisico, però se conoscono l’evidenza delle tecnologie avranno i loro motivi. Per tutto il 2021 dovremo portare una mascherina, se avremo mascherine che hanno la capacità di catturare il virus e danno anche meno fastidio, ben vengano. La penso come il dottor Fauci, il Natale del 2021 sarà senza mascherina.
(Paolo Vites)