Non da oggi Matteo Renzi è il protagonista principale della crisi di Governo e lo ha confermato ieri nelle Consultazioni del Presidente Fico sulla composizione di un potenziale nuovo Governo di Centrosinistra: apertura ad un “documento scritto” come Patto di fine Legislatura – dunque un’apertura rispetto ai giorni passati – ma anche il ribadire i concetti essenziali che devono essere inseriti nelle discussioni, tutti punti divisivi con Conte, M5s e parte del Pd (MES, riforma sanità, infrastrutture, svolta su giustizia, via Arcuri), e dunque una netta chiusura.
Ma quale Renzi prevarrà, quello conciliante o intransigente al Conte-ter? Ai posteri l’ardua sentenza, per il momento dobbiamo “accontentarci” dell’ultima intervista del leader di Italia Viva al Corriere della Sera dove rilancia diversi spunti dirimenti questa infinta crisi di Governo: «finalmente si parla di contenuti», si dice soddisfatto Renzi a Maria Teresa Meli parlando delle Consultazioni di ieri con il Presidente della Camera, «Ora è finalmente chiaro che la crisi nasce per scegliere come impostare il futuro, non perché qualcuno fa i capricci. La verità prima o poi arriva, la verità non è una velina di Palazzo» (frecciatina a Rocco Casalino, ndr). Per Renzi però ancora una volta non è il Premier Conte il primo “punto” da discutere sul tavolo, a differenza di quanto invece ribadito da Pd, M5s e LeU ancora ieri a Montecitorio: «le idee camminano sulle gambe degli uomini e dunque presto, prestissimo, dovremmo confrontarci sul nome dell’uomo o della donna che siederà a Palazzo Chigi per i prossimi due anni. Ma prima di decidere chi guiderà la macchina, domandiamoci dove vogliamo andare e quali sono i compagni di viaggio».
SILURI AD ARCURI, BONAFEDE E GUALTIERI
Replica a tono ai grillini infuriati con il possibile rientro di Italia Viva (Di Battista & Co.) ma anche siluri alla gestione Covid della maggioranza uscente, in primis il Commissario Arcuri: ne ha per tutti Renzi, a cominciare dai “nemici” del M5s «I problemi dell’Italia di oggi si chiamano vaccini, scuole, debito pubblico, infrastrutture, lavoro, ricerca, sostenibilità ambientale, geopolitica. Su questi temi stento a comprendere quale significativo contributo possa portare Di Battista. Ma fortunatamente fatico anche a considerarlo un problema. Noi ci occupiamo di cose serie e di problemi reali, non degli insulti di Di Battista». Sulla gestione vaccini e pandemia, il leader di Italia Viva non le manda a dire, «Arcuri non può passare dai contratti di sviluppo nel Mezzogiorno all’acciaio, dai banchi a rotelle alle mascherine ai vaccini. Non ci riuscirebbe nemmeno Superman. E Arcuri comunque non è Superman».
Renzi non si fida neanche delle aperture del Centrodestra sul Governo istituzionale, o meglio non di tutto il Cdx: «c’è una bella differenza tra chi esprime posizioni che stanno nella grande famiglia del Partito popolare europeo e chi appoggia i sovranisti». Il Governo al momento dovrebbe essere politico per Italia Viva, ma non si esclude nulla, nemmeno Mario Draghi: «io penso che sia preferibile una soluzione politica. Ma nel caso in cui questa dovesse fallire accompagneremmo con rispetto le decisioni del capo dello Stato. Draghi? personalità di valore assoluto che stimo moltissimo. Stiamo parlando di una delle riserve più importanti della Repubblica che nessuna forza politica può intestarsi». ‘Siluri’ invece a due Ministri importanti del Conte-bis, Alfonso Bonafede e Roberto Gualtieri: «Prima decidiamo cosa fare, poi una volta che ci saremo accordati sul cosa fare sceglieremo le persone migliori. Anche perché il tema non riguarda solo i ministeri ma tutte le nomine, anche quelle di secondo livello. Serve un salto di qualità ovunque». Il prossimo step si chiama “documento scritto” e non si può esimere da quel passaggio secondo Renzi: «non accetteremo di uscire da questa crisi senza un impegno solenne, scritto, sui contenuti. Se ci sarà questo documento scritto sui contenuti potremo parlare di nomi. Altrimenti prenderemo atto del tramonto dell’esperienza giallorossa. Contano le idee, non le aspettative personali».
RENZI E IL CASO ARABIA
Infine non poteva mancare il riferimento all’altro caso della settimana con Renzi sempre protagonista, ovvero il viaggio e la conferenza in Arabia Saudita con il principe ereditario Mohamed Bin Salman: dopo aver chiesto di parlare della conferenza solo dopo la crisi di Governo, non può non accennare al CorSera almeno una risposta al mare di polemiche sollevate nei giorni scorsi. «È un’attività che viene svolta da molti ex primi ministri, almeno da chi è giudicato degno di ascolto e attenzioni in significativi consessi internazionali. E grazie a questo pago centinaia di migliaia di euro di tasse in Italia. Sono certo che anche il presidente Conte, quando lascerà Palazzo Chigi, avrà le stesse opportunità di portare il suo contributo di idee», spiega Renzi sottolineando come Riyadh sia uno degli alleati più importanti dell’Italia e dell’Occidente in Medio Oriente, «Il regime saudita è un baluardo contro l’estremismo islamico, la forza politica ed economica più importante dell’area. Il programma Vision2030 è la più importante iniziativa di riforma mai tentata nella storia della regione. Se vogliamo parlare di politica estera diciamolo: è grazie a Riyadh che il mondo islamico non è dominato dagli estremismi».