Si chiama Don Bruno de Cristofaro, è il parroco dell’Opera Santuario Madonna di Fatima di Birgi (Marsala) e da qualche giorno è divenuto “famoso” sui social per un video – poi rimosso da YouTube – dove nel commentare la Giornata della Memoria è arrivato a paragonare alcuni crimini del nazismo alla legge sull’aborto. Nel suo intervento di poco più di 3 minuti, il prete lamentava all’origine del concetto di “interruzione di gravidanza” i possibili rischi presenti anche nei terribili esperimenti eugenetici del dottor Mengele ad Auschwitz.
«Il dottor Mengele, un membro delle SS che conduce regolarmente orrendi esperimenti sugli essere umani e che era conosciuto come ‘l’angelo della morte’, un giorno con un gessetto bianco tracciò una linea su un muro, alta all’incirca un metro e cinquanta, e decretò che tutti quelli che superavano quella linea tra i bambini e i ragazzi potevano vivere, tutti gli altri dovevano andare nelle camere a gas», spiega Don Bruno nel video, ribadendo che oggi giorno non ha alcun senso parlare di “memoria” se non si utilizza la stessa per comprendere il passato evitando di ripeterne gli errori. Un concetto molto profondo che viene poi però messo in discussione dagli utenti – e da diverse realtà politiche locali – per il passaggio compiuto subito dopo da Don Bruno de Cristofaro.
IL VIDEO RIMOSSO E LA BUFERA SUI SOCIAL
«Che differenza c’è tra il dottor Mengele, che tracciava arbitrariamente quella linea a un metro e cinquanta e una legge che dice che tu meriti la tutela soltanto dal terzo mese di gestazione in poi?»: per il sacerdote siciliano vi è la stessa “arbitrarietà” nel compiere esperimenti e crimini contro l’umanità durante il nazismo come nel determinare che «un essere umano è considerato tale solo dopo l’annegamento nell’utero o anche dopo il 14esimo giorno di gestazione». Il paragone tra crimini di Mengele e aborto fa in pochi giorni il giro del web tanto che YouTube stessa cancella il video aumentando ancora di più i riflettori sopra il “caso virale” della settimana. Per la presidente provinciale del Pd Valentina Villanzona il messaggio lanciato da Don Bruno è inqualificabile: «Ho deciso di pubblicarla consapevole che è un immagine forte, ma bisogna denunciare cosa succede in certi ambienti e come si prova a orientare l’opinione delle persone. Si può essere certamente contrari all’aborto e si possono portare avanti campagne pro vita, ciò che non si può fare è equiparare una donna che fa una scelta così dolorosa ad un criminale». Con lei anche Rifondazione Comunista, la rete femminista “Non una di meno” e l’Anpi di Trapani che definisce l’intervento del sacerdote «vergognoso l’accostamento tra l’olocausto nazista e chi sostiene la civiltà del diritto delle donne ad abortire». Nessun commento ufficiale al momento dalla Chiesa locale, mente è lo stesso parroco a qualificare il proprio “paragone azzardato” come frutto dell’evidenza scientifica galileiana: «il metodo scientifico di Galileo dice in maniera inoppugnabile che, al momento del concepimento, l’embrione è un individuo della specie umana».