La lotteria degli scontrini è partita ieri dopo il rinvio arrivato alla fine dell’anno scorso. Presto scopriremo com’è andato l’esordio di questa iniziativa su cui ci permettiamo qualche piccolo appunto. Non tanto sul fatto che sembra sfruttare la mania per i giochi degli italiani per incentivare gli acquisti dietro il rilascio di uno scontrino, aiutando così il contrasto all’evasione fiscale, quanto sul fatto che il suo obiettivo non è questo.
Sul sito ufficiale lotteriadegliscontrini.gov.it, alla sezione Faq, si legge infatti che la lotteria degli scontrini “è la nuova lotteria gratuita collegata al programma ITALIA CASHLESS messo a punto dal Governo per incentivare l’uso delle carte di credito, carte di debito, bancomat, carte prepagate, carte e app connesse a circuiti di pagamento privativi e a spendibilità limitata al fine di modernizzare il Paese e favorire lo sviluppo di un sistema più digitale, veloce, semplice e trasparente”.
Dunque l’obiettivo della lotteria degli scontrini è quello di promuovere i pagamenti elettronici, già cresciuti negli ultimi anni nel nostro Paese, dove resta comunque elevata la percentuale di persone, specialmente in età avanzata, che predilige l’utilizzo dei contanti. Metodo di pagamento che non consente di partecipare all’estrazione di premi in denaro. Non si cerca quindi di incentivare l’emissione tout court di scontrini.
Gli esercenti, da parte loro, non saranno obbligati a partecipare all’iniziativa. Attenzione però a un piccolo dettaglio, contenuto sempre nelle pagine del sito ufficiale dell’iniziativa alla voce “Normativa di riferimento”. Si legge infatti che “a decorrere dal 1° marzo 2021, nel caso in cui l’esercente al momento dell’acquisto rifiuti di acquisire il codice lotteria, il consumatore può segnalare tale circostanza nella sezione dedicata del portale Lotteria del sito internet dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Tali segnalazioni sono utilizzate dall’Agenzia delle entrate e dal Corpo della guardia di finanza nell’ambito delle attività di analisi del rischio di evasione”.
Ecco dunque che si comincia a parlare di evasione fiscale, di cui potrebbero essere rei quegli esercenti che rifiutano di rendere ancora più ampia l’iniziativa che mira a incentivare l’utilizzo di pagamenti elettronici. È noto, e non è certo un mistero, che questo sia un tasto dolente per certi esercenti, causa commissioni da pagare. Ma rifiutare di adeguarsi potrebbe comportare ispezioni, analisi e quant’altro da parte della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, certo non gradite nemmeno a chi paga le tasse fino all’ultimo centesimo.
Ricapitolando, se si vuole partecipare alla “riffa” occorre munirsi di strumenti di pagamento elettronici. Il contante viene “discriminato” e gli anziani incentivati a usare le carte. L’esercente che non collabora rischia persino di finire sotto la lente della Finanza.
In questa operazione che ha un comunque un costo per lo Stato (i premi della lotteria) sembra esserci un banco che vince sempre (quello di banche e società emittenti di carte di credito, piuttosto che di altri metodi di pagamento elettronici) e un perdente sicuro, il “dannato” contante. Chissà se anche stavolta arriverà una letterina della Bce al Mef.