Secondo Andrea Crisanti non è poi così scontato che con l’arrivo dell’estate gli italiani possano concedersi di andare al mare e archiviare l’incubo del Covid. Ospite di Un giorno da pecora su Rai Radio 1, il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova ha dichiarato che, a differenza dello scorso anno, la voglia di mare questa volta è veramente a rischio. Anzi, “con le zone rosse o arancioni il problema nemmeno si pone“. Con l’arrivo del sole, dunque, a detta di Crisanti non si ripeterà quanto visto la scorsa estate, quando molti italiani interpretarono l’arrivo della bella stagione come il segno della libertà ritrovata: “La prossima estate dovremo essere più cauti rispetto allo scorso anno“. Ma cosa spinge Crisanti a valutare in maniera così pessimista la situazione italiana?
CRISANTI: “ESTATE AL MARE? CON ZONE ROSSE IL PROBLEMA NON SI PONE”
Secondo il professo Crisanti, “la suddivisione in zone ci lascerà in questa situazione intermedia, con questo numero di casi abbastanza elevati accompagnati da una mortalità non indifferente“. In particolare l’esperto ha messo in guardia: “Ci dovremo abituare a vedere circa 300 morti al giorno numeri un po’ più bassi che vedremo tra un paio di settimane. Andremo avanti con le zone fino a che non ci sarà l’impatto del vaccino, quindi verso settembre-ottobre“. Eppure Crisanti non ha dubbi sul fatto che le misure fin qui messe in campo dal governo non siano abbastanza. Intervenuto a SkyTg24, infatti, ha spiegato: “I contagi non calano perché non ci sono misure sufficienti per farli calare, nel senso che abbiamo raggiunto un equilibrio tra la capacità del virus di trasmettersi e quella nostra di bloccarlo e quindi rimaniamo su questi livelli. È come se si riempisse una vasca con un rubinetto e l’acqua uscisse dall’altra parte alla stessa velocità. Siamo in equilibrio“.