Il vaccino AstraZeneca é stato approvato dall’Ema, l’agenzia europea del farmaco, ma sconsigliandone la somministrazione alle persone over 55. «I dati – le parole rilasciate quest’oggi dal numero uno dell’Aifa, Giorgio Palù, ai microfoni del Corriere della Sera – ci dicono che ha un’efficacia del 60% circa indistintamente su tutta la popolazione ma che per il momento le evidenze più solide riguardano persone tra 18 e 55 anni senza patologie gravi. Quindi noi abbiamo suggerito un utilizzo preferenziale nei più giovani, in attesa di acquisire ulteriori informazioni. Ci saranno presto degli aggiornamenti».
Palù fa comunque capire che in caso di necessità sarà possibile somministrare il vaccino AstraZeneca anche ai più anziani: «Se c’è carenza di altri vaccini – precisa – come in questa fase, e le Regioni sono in difficoltà non possiamo permetterci di lasciare da parte i soggetti che hanno maggiormente bisogno di essere difesi, sopra i 55 anni, l’età in cui cominciano a comparire malattie».
PALÙ: “ASTRAZENECA PROTEGGE COMUNQUE DALLE CONSEGUENZE PIU’ GRAVI”
Il vaccino AstraZeneca protegge in ogni caso dalla forma più grave del Covid, di conseguenza anche per questo è consigliato: «Questo preparato – spiega a riguardo sempre Palù – protegge comunque dalle conseguenze più gravi della malattia. Infatti abbiamo ribadito che il rapporto beneficio/rischio risulta favorevole anche nei più anziani che rispondono come i giovani dal punto di vista dell’immunogenicità». Altro argomento di discussione é la terapia anti Covid con gli anticorpi monoclonali, e a riguardo il numero uno dell’Aifa si dice assolutamente favorevole: «Gli anticorpi hanno un chiaro e definito meccanismo d’azione contro il virus perché bloccano il suo ingresso nella cellula in modo molto potente. L’effetto finale di questo stop è la neutralizzazione dell’infettività del Sars-CoV-2. È un razionale scientifico provato da numerosi studi scientifici pubblicati su riviste prestigiose come Nature, Cell e Science». Grazie agli anticorpi monoclonali si riduce il rischio di ricovero del 72-83%, soprattutto se somministrati nella fase iniziale della malattia, a 72 ore dalla comparsa dei sintomi, altrimenti risultano inutili: «Alcuni – ha aggiunto – hanno mostrato una protezione del 70% da mortalità e/o ricovero. Sono un salvavita». Quello dell’Aifa é quindi un sì: «È assolutamente ragionevole valutare anche da noi, come hanno fatto altri paesi un provvedimento d’urgenza che autorizzi la temporanea distribuzione dei monoclonali per i quali al momento non è stata rilasciata l’autorizzazione all’immissione in commercio da parte di Ema, l’agenzia europea». Un metodo che tra l’altro sarebbe anche economico rispetto ad un normale decorso ospedaliero di un paziente Covid: «Basta un’unica somministrazione di anticorpi monoclonali (costo fra i 1000 e i 2000 euro ndr). Risparmieremmo sulle spese ospedaliere. Un ricovero ordinario costa oltre 1.000 euro al giorno, un posto in rianimazione cinque volte di più».