Ufficialmente Giuseppe Conte non parla in conferenza stampa alla nazione dallo scorso 30 dicembre; pubblicamente, l’ultimo intervento è per la fiducia alle Camere due settimane fa; sui social, l’ultimo post 7 giorni fa con l’appello alle forze responsabili dopo le dimissioni da Presidente del Consiglio. Sembra passata un’eternità, è arrivato Mario Draghi e per il Premier di ben due Governi consecutivi – con l’aspirazione al terzo – le ombre sul futuro politico sembrano calate improvvisamente.
Nel pomeriggio il Presidente incaricato Draghi ha fatto visita a Palazzo Chigi per un colloquio di oltre un’ora con l’avvocato del popolo e i retroscena già si “sprecano”: fonti M5s (Rocco Casalino?) hanno fatto sapere che Conte non è disposto a fare il Ministro nel Governo tecnico di Draghi, mentre per il Ministro Pd Dario Franceschini da Conte ci sarebbe il via libera a sostenere da vicino l’ex Governatore della BCE. Ma Conte per ora rimane ancora in silenzio, ufficialmente, mentre i retroscena rilanciano diversi “messaggi” lanciati al suo staff nelle scorse ore: «Ora si divertiranno con un tipo così», avrebbe detto su Renzi il Premier dimissionario secondo il direttore del Messaggero, Mario Ajello. Lo sfogo sarebbe stato convulso nelle scorse ore, con alcuni amici di Conte che avrebbero ricevuto tali esatte parole: «Non si libereranno di me molto facilmente».
LO SFOGO E IL RETROSCENA
Un nuovo partito? leader del M5s? leader della coalizione di Centrosinistra con Pd-grillini-Leu: le opzioni sono diverse, di certo sarà alquanto difficile vederlo nella lista di Ministri presentata da Draghi nei prossimi giorni al Quirinale. Secondo Ajello però Conte è convinto di poter contare ancora qualcosa nell’esecutivo e nei consessi internazionali, così avrebbe detto ai suoi collaboratori «Sono apprezzato in tutte le cancellerie, ho ridato all’ Italia l’ onore internazionale che merita, ho fatto arrivare i soldi del Recovery in un negoziato difficilissimo e mi hanno fatto tutti i complimenti. Come si fa a non riconoscere tutto questo?». Sono i sondaggi sulla sua persona e sul suo operato ad essere continuamente “sbandierati” – sempre secondo i retroscena dei quotidiani – come incredulità rispetto al “tradimento” subito da Matteo Renzi e Italia Viva: «Resto l’ uomo più popolare del Paese. Gli italiani amano me», avrebbe chiarito l’ormai ex Capo del Governo prima “del cambiamento”, poi “giallorosso”.