Finì in tragedia la già tormentata relazione tra Coco Chanel e Arthur ‘Boy’ Capel, la nota stilista francese e il suo facoltoso finanziatore divisi da un incidente d’auto che Capel ebbe a bordo della sua Rolls Royce mentre si recava a Monaco. L’automobile, infatti, slittò sulla strada ghiacciata terminando la sua corsa contro un albero, il che gettò Coco in uno stato di sconforto che – secondo le cronache – la spinse a voler restare mademoiselle per tutta la vita. Arthur Capel era un ex giocatore di polo nonché un ricco industriale interessato ai progetti di Chanel, al punto tale da assecondarla nel suo ambizioso desiderio di aprire una sartoria.
Grazie all’aiuto di Capel, nel 1910, Coco Chanel si trasferì con modelli e stoffe dal piccolo appartamento in cui aveva avviato la sua attività al primo negozio Chanel a tutti gli effetti, ancor oggi visitabile a Parigi al numero 31 di rue Cambon. Questo store venne aperto proprio con Arthur, che s’interessò in prima persona all’impresa, ed è rimasto da allora il quartier generale della maison.
Com’è morta Coco Chanel? I suoi ultimi istanti di vita
Meno inaspettata fu invece la morte di Coco Chanel, che – a differenza di Arthur Capel – ebbe modo di vivere a lungo e di godersi almeno in parte i suoi successi. La stilista si spense infatti all’età di 88 anni, pronunciando la fatidica ed emblematica frase “ecco, così si muore” che dimostrava tutta la sua consapevolezza e lucidità che aveva mantenuto anche in quegli ultimi istanti della sua vita. C’è da dire che comunque Coco avvertiva il peso dei giorni e non era affatto contenta di invecchiare. Stando alle biografie, la ‘signorina’ Chanel (non si sposò mai) soffriva anche di solitudine, e prima di spirare si trovava col suo autista, al quale chiese un passaggio fino all’Hôtel Ritz della capitale francese. L’uomo le fece fare un lungo giro in auto, percorrendo la Ville Lumière fino a quando Coco – ormai stanca – non gli chiese di tornare a ‘casa’. Vogliamo pensare che per lei fu un modo per dire addio alla sua città, la stessa che l’aveva ispirata e la stessa a cui restituì, quasi in segno di gratitudine, la fama di capitale mondiale della moda.