Finora nelle consultazioni alla Camera nessun gruppo politico si è schierato contro il prossimo Governo Draghi: fiducia al programma dell’ex Governatore BCE da Azione, +Europa, Centro Democratico, Misto e Maie e si attende parere simile anche per le prossime compagini a colloquio con Draghi, ovvero Noi con l’Italia-Udc, Idea e Cambiamo. Interessante sarà vedere come si porranno proprio queste ultime (Lupi, Toti e Quagliariello) in quanto facenti parte del Centrodestra, la coalizione più attesa allo scioglimento delle riserve per capire quale composizione potrà avere il neo-nato Governo tecnico.
«Draghi è un fuoriclasse come Ronaldo. Uno come lui non può stare in panchina», ha spiegato il vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti parlando di Mario Draghi alla Camera, affianco a Salvini e Lorenzo Fontana. È lo stesso leader del Carroccio che poco prima aveva spiegato dopo la segretaria politica «Noi a differenza di altri, siamo liberi, non abbiamo, a differenza degli altri già scelto il sì o il no, prima di andare a parlare con Draghi. A differenza di altri, dove ci sono correnti, correntine, fuoriusciti e ripensanti, noi ci confrontiamo sulle idee, poi quando si sceglie, la Lega si muove come un sol uomo». Davanti all’unità del Centrodestra che viene messa in discussione, Salvini commenta «Per noi vengono prima gli interessi degli italiani, prima di quelli del partito». In serata giungerà il voto della Direzione Pd al mandato per Zingaretti nelle consultazioni di domani con l’ex Bankitalia: dopo l’appello di Conte, il Centrosinistra lavora ad una soluzione “unitaria” per provare a convincere tutte le anime del M5s nello stare dentro al prossimo esecutivo in via di costruzione.
LE POSIZIONI DI AZIONE E +EUROPA
Le delegazioni di Azione e +Europa hanno espresso «il più ampio e convinto sostegno» a Mario Draghi durante la diretta delle consultazioni per risolvere crisi di governo. La conferma è arrivata in primis da Emma Bonino, il cui auspicio è che tale tentativo «riesca positivamente, convincendo anche alcune turbolenze». La leader di +Europa ha spiegato di aver affrontato alcuni temi con Draghi, ma ha anche voluto fare una precisazione: «Ci tengo a dire che magari c’è stato il fallimento di questa politica che nessuno rimpiangerà, ma potrà rinascere una politica meno sgangherata e più attenti ai problemi del Paese». A proposito dei temi, Emma Bonino ha aggiunto: «Abbiamo sottolineato la questione giustizia, stato di diritto, sia dal punto di vista penale e amministrativo, la questione sanitaria e vaccini, quella del piano di ripresa».
Carlo Calenda, leader di Azione, ha parlato invece dell’esperienza di governo «più pazza e trasformista, incoerente» della storia del nostro Paese. «Il nostro sostegno è pieno e incondizionato. Abbiamo discusso di quelle che riteniamo essere le priorità. Questa consapevolezza dovrebbe essere di tutte le forze politiche. I due esperimenti di governo sono chiaramente falliti. Non hanno prodotto governi adeguati, sono implosi. Non vanno legate le mani a questo tentativo con condizioni che risulterebbero assai ridicole». Emma Bonino ha poi aggiunto la necessità di affrontare il tema femminile e del gap presente in questo Paese: «Ci vuole cervello e innovazione anche su questo». (agg. di Silvana Palazzo)
CONTE ‘RICOMPATTA’ M5S, CDX VERSO IL NO?
Lo scenario continua a cambiare e sono ore decisive per capire chi e come appoggerà il Governo tecnico di Mario Draghi: le consultazioni alla Camera inizieranno alle ore 15.30 ma con i partiti più “piccoli”, mentre via via tra stasera e sabato si terranno i colloqui con Pd, Centrodestra e Movimento 5Stelle, i veri aghi della bilancia per la formazione del Governo. A sparigliare le carte l’intervento di 2 minuti alla stampa – senza domande – fuori Palazzo Chigi del Presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte: «Non sono un ostacolo alla formazione nuovo governo. Lavorerò per il bene del Paese. I sabotatori cercateli altrove. Auspico governo politico solido per operare scelte politiche, non servono squadre di tecnici».
E subito dopo «per il M5s io ci sono e ci sarò. Auspico prosecuzione alleanza con Pd e LeU». L’azione di Conte è quella di ricompattare i 5Stelle verso Draghi, chiedendo però un Governo politico che possa eventualmente mantenere Ministri importanti e posizioni strategiche relegando il Centrodestra all’opposizione. Di contro, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia pare che alla fine vadano divisi alle consultazioni con Draghi alla Camera, palesando una diversità di posizioni che a questo punto potrebbero rivelarsi palesi già nelle prossime ore. Secondo fonti parlamentari al Corriere della Sera, oggi iniziano i piccoli partiti, domani sarà la volta del Pd, Forza Italia e Fratelli d’Italia e sabato il turno di Lega e M5s.
DI MAIO E BERLUSCONI APRONO AL GOVERNO DRAGHI
Mario Draghi è arrivato alla Camera e dalle ore 15 si ritiene possano cominciare le consultazioni per capire se e come formare il Governo tecnico indicato dal Presidente della Repubblica: i partiti iniziano a “posizionarsi” anche se le vere riserve verranno sciolte nei colloqui privati tra il Premier incaricato e le singole forze in Parlamento. Importante l’apertura però fatta da Luigi Di Maio in una nota pubblica dopo le ultime ore di caos convulso dentro al M5s: «Comprendo gli animi e gli umori di queste ultime ore. È legittimo. Stiamo attraversando una crisi politica complessa e non abbiamo colpe. Non abbiamo cercato noi lo stallo, non avremmo mai voluto che si arrivasse a questo, con una pandemia in corso e le enormi difficoltà del nostro comparto produttivo».
Di contro però il Ministro uscente degli Esteri fa appello ad una «forza politica matura e responsabile» come dovrebbe essere (o diventare) il M5s: «In questa fragile cornice, il Movimento 5 stelle ha, a mio avviso, il dovere di partecipare, ascoltare e di assumere poi una posizione sulla base di quello che i parlamentari decideranno. Siamo – conclude Di Maio – la prima forza politica in Parlamento e il rispetto istituzionale viene prima di tutto». Decisamente più aderente all’idea di Draghi il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: nella nota dalla Francia scrive «La scelta del Presidente della Repubblica di conferire a Mario Draghi l’incarico di formare il nuovo governo va nella direzione che abbiamo indicato da settimane: quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese». Il confronto con il Centrodestra rimane ma si dice fiducioso il Cavaliere: «convinti dell’importanza di preservare un’alleanza essenziale per il futuro del Paese, ma è naturale da parte nostra guardare senza alcun pregiudizio al tentativo del Presidente incaricato, al quale proporremo – nella naturale prosecuzione di un atteggiamento responsabile che contraddistingue l’azione di Forza Italia – idee e contenuti». Salvini fa sapere di non avere preclusioni per Draghi – «ha lavorato molto bene per l’Europa e in BCE» – ma più che altro pone “veti” sulla squadra eventuale di Governo: «se qualcuno, invece vuole, a sinistra, la riedizione del governo Conte, cambiando Conte con Draghi, allora no». Per il leader di Italia Viva Matteo Renzi non vi sono dubbi: «con Draghi fino al 2023. Conte è imbarazzante».
CONSULTAZIONI COI PARTITI: LA GIORNATA DECISIVA
Tutto pronto (o quasi) per le consultazioni del Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi oggi pomeriggio alla Camera dei Deputati: in attesa del calendario con gli incontri dettagliati – in ritardo, forse per via della decisione dei singoli partiti per decidere la delegazione che dovrà incontrare l’ex Governatore BCE – il Governo tecnico indicato dal Presidente Mattarella si appresta a nascere tra non poche difficoltà. I numeri in Parlamento, l’appoggio dei singoli partiti, il programma da stilare e i Ministri da scegliere per portare in rapida successione i seguenti obiettivi: Recovery Plan, piano vaccinale strutturato, riforme sul Lavoro (sblocco dei licenziamenti con “paracadute” di salvataggio), Scuola e Sanità (senza per forza “passare” dal MES).
Il timing delle prossime tappe prevede, dopo le consultazioni con i partiti, una doppia possibilità per il Premier incaricato: con esito positivi dei “numeri” in Parlamento, la salita al Colle per accettare l’incarico e presentare la squadra di Governo. Con esito negativo sui partiti invece, la riserva verrà sciolta rimettendo l’incarico al Colle e a questo punto attendendo il più che probabile scioglimento delle Camere e l’indizione di nuove Elezioni, ipotesi a cui però sia Mattarella che Draghi lavorano per evitare il più possibile.
LE PROPOSTE DI DRAGHI
«Sono fiducioso che dal confronto con i partiti, con i gruppi parlamentari e le forze sociali emerga unità e capacità di dare una risposta responsabile»: così Mario Draghi ieri nel breve discorso al Quirinale dopo aver accettato l’incarico “con riserva”. Il rilancio del Paese per l’ex Governatore di Bankitalia non può non partire dal rilancio economico, sanitario, sociale ed educativo, i temi principali citati sempre ieri al Colle: «Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani, rilanciare il Paese sono le sfide. Abbiamo a disposizione le risorse straordinarie dell’Ue, abbiamo la possibilità di operare con uno sguardo attento alle future generazioni e alla coesione sociale». Per questi obiettivi, Draghi ammette di sentire la consapevolezza della grave emergenza che richiede però «risposte all’altezza della situazione e con questa speranza rispondo all’appello di Mattarella». La scelta dell’ex Presidente della Banca Centrale Europea ha sicuramente scosso i partiti, provocando tsunami di reazioni, mosse e strategie tutt’ora in “costruzione” in attesa della convocazione a Montecitorio per i primi colloqui con Draghi.
LE POSIZIONI DEI PARTITI
Le posizioni sono diverse e vedranno possibili conseguenze solo dopo le consultazioni dal Presidente Draghi: dalle ultime dichiarazioni ancora stamattina, sono in particolare Centrodestra e Movimento 5 Stelle gli “attenzionati” principali per capire che “recinto” possa avere il nuovo Governo tecnico guidato da Mario Draghi. L’ultima e più importante “risorsa” della Repubblica si appresta a presentare programmi e nomi Ministri alle singole forze politiche, da cui si attende schiettezza ma anche disponibilità all’unità anche al di là di evidenti diversità ideologiche e storiche. C’è da capire se la squadra di Governo sia composta di soli tecnici o vi saranno aperture alla politica anche in base all’appoggio che le singole forze presenteranno tra oggi e domani nelle Consultazioni: «Una cosa abbiamo sempre ripetuto, che non avremmo dato vita a governi con i sovranisti, questo significa lavorare per garantire al tentativo di Draghi una maggioranza parlamentare ampia con un’assunzione di responsabilità da parte dell’alleanza che abbiamo coltivato con 5S e Leu», questa è l’indicazione data da Gianni Cuperlo, dirigente del Partito Democratico. Proprio sulla spaccatura interna del M5s si aprono gli scenari più disparati anche perché in base alla loro presenza o meno seguirà la posizione (o le posizioni) del Centrodestra.
Ecco di seguito le principali posizioni in campo alla mattina di giovedì 4 febbraio:
Pd-Renzi-Azione-+Europa-centristi: sostegno senza riserve al Governo Draghi
– M5s: nell’assemblea con i parlamentari è emerso che il 30% dei gruppi grillini sarebbe disposto ad appoggiare il Governo tecnico, sconfessando la linea di Crimi, Grillo e Di Battista, decisi a sostenere ancora l’ex Premier Conte
– Centrodestra: per Matteo Salvini la strada resta il voto, ma attende di vedere le proposte che farà Draghi nelle Consultazioni per capire se appoggiare il Governo. Berlusconi sulla stessa linea, ancora più schierato pro-Draghi, mentre i Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni aprono alla possibilità di un’astensione di tutto il Centrodestra, ma nulla di più. «Sarò chiara. Non c’è alcuna possibilità di una partecipazione o anche di un sostegno da parte di FdI al Governo Draghi. Gli italiani hanno il diritto di votare. Continuiamo a lavorare per tenere il Centrodestra unito e portare gli italiani alle elezioni. Fatevene una ragione», ha spiegato la Presidente Meloni.