Le consultazioni del Presidente incaricato Mario Draghi vedranno Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e le altre anime del Centrodestra (Toti, Lupi e Udc) presentarsi divise: diverse infatti le condizioni e le posizioni che intendono “giocare” nel prossimo esecutivo Draghi, con la delusione per Matteo Salvini che aveva puntato sull’andare invece compatti al confronto sabato con il Premier incaricato. «E’ meglio che ognuno dica liberamente quello che ha in testa. Noi non siamo costretti a fare nulla controvoglia, l’unità del centrodestra è un valore, governiamo in 14 regioni su 20», ha spiegato Salvini entrando alla Camera. Domani Meloni e Berlusconi, sabato il Carroccio esporranno le proprie intenzioni e ascolteranno le proposte dell’ex Governatore BCE. Non si esclude ancora nulla, visto che il leader della Lega ha poi aggiunto sempre ai cronisti al termine della segreteria politica del partito «Draghi dovrà scegliere tra le richieste di Grillo e quelle nostre che sono il contrario. Meno tasse o più tasse. Noi siamo liberi. Meno tasse e meno burocrazia». Nessuna preclusione alla persona Draghi, anzi «Se ci sarà ascolto da parte del professor Draghi sarebbe stupido dire no a prescindere».
Grillo vuole la tassa patrimoniale sui risparmi degli italiani, la Lega vuole il taglio delle tasse e la pace fiscale. La scelta spetterà a Mario Draghi. pic.twitter.com/MyU5t3mPVW
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) February 4, 2021
LE APERTURE DI SALVINI
Come ha ribadito ieri sera nell’infuocata intervista a “Otto e Mezzo” da Lilli Gruber, Matteo Salvini non chiude a Mario Draghi e al Governo “tecnico” in via di costruzione oggi dalle prime consultazioni alla Camera con i partiti: «Andiamo ad ascoltare quello che Draghi ci dirà, valutiamo e troviamo una posizione comune». Poco fa nella diretta Instagram da Roma, il leader della Lega ribadisce le sue “condizioni di apertura” che danno fiducia alla persona e figura di Mario Draghi, meno alla squadra che potrebbe comporre il prossimo Consiglio dei Ministri.
«Se c’è voglia di un paese cha apre, vive, fa sport o va a teatro, bene, se qualcuno, invece vuole, a sinistra, la riedizione del governo Conte, cambiando Conte con Draghi, allora no». Entrando ancora più nello specifico, Salvini aggiunge «non si possono trovare ancora gente come Lamorgese, Azzolina, Speranza. A Draghi diremo che non possiamo avere la riedizione del Governo Conte».
“L’ACCORDO” SULLE ELEZIONI
Salvini conferma linea dialogante su Draghi ma pone condizioni anche sull’orizzonte politico del voto nei prossimi mesi: «Ridare la parola agli italiani resta la via maestra. Se Draghi dirà che si andrà a votare tra due anni è chiaro che noi non potremo votare lui». Prima l’incontro con il Presidente incaricato, poi la decisione finale che spetterà al Centrodestra come coalizione, «Il centrodestra è compatto e continuerà a muoversi come ha fatto finora, tutto insieme», ha spiegato oggi a La Stampa l’ex Ministro degli Interni. Con le continue aperture ancora di stamane di parte del M5s – Luigi Di Maio – e ora anche del Premier dimissionario Giuseppe Conte, potrebbe profilarsi un problema di “presenze” all’interno del Parlamento durante il Governo Draghi: con i 5Stelle schierati assieme a Pd, Renzi e LeU difficilmente si potrà vedere il Centrodestra entrare in maggioranza. La via potrebbe dunque essere quella di un astensionismo iniziale in vista di un Governo di poche ma importanti riforme e poi la “promessa” di un ritorno alle urne prima del 2023, possibilmente entro l’anno. «Questa primavera voteranno venti milioni di italiani, a Roma, Milano, Torino, Bologna e così via. Di una cosa però sono certo. Il centrodestra è compatto e continuerà a muoversi come ha fatto finora: tutto insieme. E comunque ci vuole un governo politico, basta con i tecnici», la conclusione di Salvini alla Stampa.