Anche l’onorevole ed esponente di Rinascimento, Vittorio Sgarbi, si è espresso oggi su Mario Draghi ai microfoni dei giornalisti, come ripreso da La Stampa e Ansa: “Ha fatto un discorso di grande seduzione”, ha commentato. Sgarbi ha anche rivelato ai giornalisti cosa avrebbe chiesto direttamente a Draghi durante il giro di consultazioni a Montecitorio di Noi con l’Italia, USEI, Cambiamo!, Alleanza di Centro (Misto Camera) – Idea, Cambiamo! (Misto Senato). “Per quello che riguarda la cultura, ho semplicemente chiesto di riaprire in maniera decisiva i cinema, i teatri e i musei senza la ridicola misura del sabato e della domenica che serve solo a dire ‘non venite'”, ha proseguito il critico d’arte.
A detta di Vittorio Sgarbi, in merito alla sua richiesta in ambito cultura il neo presidente del Consiglio incaricato Draghi “mi pare abbia convenuto”. A suo dire, se stabilito il numero di persone che possono entrare, “consenti che la cultura riprenda fiato” senza farla passare solo come una sorta di “concessione”, definita dall’onorevole “la cosa più terribile del governo Conte”. Tornando ancora a Draghi, Sgarbi lo ha definito “un uomo che ragiona e pensa al lavoro, alla depressione da cui bisogna togliere le persone e tra uno dei modi è consentire che ci sia la libertà di accedere ai luoghi della cultura”, ha aggiunto.
VITTORIO SGARBI SU DRAGHI NELL’AMBITO DELLE CONSULTAZIONI
Vittorio Sgarbi crede molto in Draghi e nella possibilità di ridare nuovo respiro alla cultura, da troppi mesi messa in un angolo. Anche su questo aspetto ha incentrato il suo intervento odierno a Montecitorio nell’ambito delle consultazioni, ammettendo di essere rimasto particolarmente colpito dalle parole di inizio di programma del nei presidente incaricato. “In ordine a questo gli ho suggerito una grande attenzione per la cultura e contro ogni capriccio e insensatezza riaprire i teatri, riaprire i cinema e soprattutto rispetto a quello che è stato già riaperto e cioé i musei, non tenerli chiusi il sabato e la domenica, vuol dire ‘non andateci’ perché il lunedì, il martedì, il mercoledì i musei hanno degli afflussi che sono condizionati dal fatto che le persone sono impegnate altrove”, ha proseguito Sgarbi in aula. Anche in quella circostanza, ha aggiunto la sua convinzione rispetto alla presa in carico di Draghi della sua proposta: “sarebbe un segnale di concordato con il mondo della cultura che deve vedere finalmente una persona illuminata che ha attenzione per quello totalmente trascurato dal ministro dei Beni culturali e dal presidente del Consiglio”.