Sono passati 41 mesi dalla morte del giovane Niccolò Ciatti, il 22enne fiorentino ucciso con un colpo di arte marziale alla tempia in una discoteca di Lloret de Mar il 12 agosto 2017. Mentre la famiglia attende che venga fatta giustizia, la polizia francese ha arrestato ieri un ceceno 29enne coinvolto nell’omicidio del giovane italiano. Il presunto aggressore, come spiega Il Corriere Fiorentino nell’edizione online, è destinatario di un mandato di cattura europeo emesso dalla procura di Roma. Provvedimento che sarà notificato nei prossimi giorni al 28enne Rassoul Bissoultanov, anche lui ceceno e detenuto in Spagna con l’accusa di omicidio volontario in attesa di rinvio a giudizio.
In una nota dei militari del Ros viene spiegato che “Le investigazioni, svolte in costante raccordo con i colleghi spagnoli hanno consentito di acquisire solidi elementi identificativi degli autori del delitto e ricostruire appieno la dinamica dell’evento. Sono state avviate le procedure di estradizione“.
OMICIDIO NICCOLÒ CIATTI: ARRESTATO UNO DEGLI AGGRESSORI CECENI
L’operazione che ha portato all’arresto del giovane ceceno in Francia, considerato responsabile del pestaggio e dell’uccisione di Niccolò Ciatti, spiega Il Fatto Quotidiano, è scattata in seguito all’ordinanza di custodia cautelare del Gip di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti dei due ragazzi di nazionalità cecena ancora in libertà che compaiono nei video dell’aggressione, prima arrestati e poi rilasciati pochi mesi dopo. Ieri dunque, le autorità di polizia francese su attivazione del Ros e con il supporto del Servizio di cooperazione internazionale di polizia (Scip/Sirene) hanno rintracciato ed arrestato a Strasburgo il 29enne ceceno. Ad oggi si trovava in carcere per l’omicidio Ciatti solo Rassoul Bissultanov, considerato colui che avrebbe sferrato il calcio alla testa di Niccolò, risultatogli poi fatale. Nell’estate 2019 il pm spagnolo aveva chiesto a suo carico il rinvio a giudizio per omicidio volontario mentre per gli altri due ceceni la procura chiese l’archiviazione provvisoria, ovvero uno speciale istituto di diritto spagnolo che permette di rinnovare l’imputazione in caso di nuovi elementi durante il processo.