Continua a fare discutere la morte di Luca Ventre in Uruguay, viste e considerate le dinamiche decisamente poco chiare che gravitano attorno alla sua prematura dipartita. Come riporta in esclusiva il quotidiano “Open”, il 35enne di Senise (Potenza) è morto dopo essere entrato nell’ambasciata italiana di Montevideo il 1° gennaio 2021, ma il suo decesso sarebbe avvenuto all’interno dei locali della sede diplomatica e non in ospedale, come continuano a dichiarare da settimane le autorità del luogo. Il video proposto dal quotidiano mostra il giovane entrare in ospedale seduto su una sedia a rotelle, sulla quale però non sembrerebbe muoversi né dare segnali di vita.
Ricordiamo che Luca Ventre aveva effettuato in maniera illegittima l’accesso presso l’ambasciata italiana in Uruguay, scavalcando la recinzione e venendo bloccato da un agente di polizia, che l’avrebbe tenuto fermo per mezz’ora circa, con il braccio sul collo per sedici minuti. “Mio fratello non è morto in ospedale – ha dichiarato Fabrizio Ventre, parente della vittima –. Il poliziotto lo ha strangolato e lui è morto nella sede diplomatica. Lo hanno massacrato. Massacrato. E da lì è uscito morto”.
MORTE LUCA VENTRE: DA COSA (O DA CHI) SCAPPAVA?
La morte di Luca Ventre in Uruguay è avvolta tuttora da un alone di mistero e tanti sono i dubbi che aleggiano attorno al caso. Gli interrogativi, inevitabilmente, sono connessi alla sua presenza clandestina all’interno dell’ambasciata italiana nel Paese sudamericano: perché vi si era recato con cotanta urgenza, tanto da introdursi senza permesso nei locali? Evidentemente, scrive “Open”, stava scappando da qualcuno che lo minacciava, si sentiva in pericolo e, infatti, sul suo smartphone è stata rinvenuta un’applicazione spia, a dimostrazione di come qualcuno lo stesse effettivamente tenendo sotto controllo. Ma chi? E perché? Negli ultimi mesi Luca Ventre aveva ripreso a utilizzare la cocaina, tanto che sua mamma intendeva mandarlo a San Patrignano, anche se la sua famiglia tende a escludere contatti con i locali corrieri della droga (“Non era un narcotrafficante”). Recentemente, inoltre, si era separato dalla compagna, con la quale aveva avuto una bambina, e anche per questo motivo poteva avere particolare fretta di fare ritorno nel nostro Paese. Nelle prossime settimane gli inquirenti saranno chiamati a fare luce sull’accaduto, anche se – riferisce “Open” – ad oggi a Montevideo sospettano che Ventre sia morto per un mix di cocaina e farmaci assunti in pronto soccorso.