I grassi non sono il nemico numero uno nelle diete. Peggio ancora sarebbero gli zuccheri. Questo almeno è quello che sostiene Aaron Carroll, professore di pediatria alla Indiana University School of Medicine, autore del libro The Bad Food Bible: How and Why to Eat Sinfully. Tradotto: “La bibbia del cibo malvagio: come e perché mangiare peccaminosamente”. I cibi più gustosi, questo lo si sa, sono quelli che combinano grassi e zuccheri assieme. Le ciambelle fritte, oppure i tipici dolci di carnevale che a breve consumeremo: le chiacchiere con lo zucchero al velo, le castagnole e via dicendo.
Ma se il match fosse tra grassi assoluti e zuccheri assoluti, chi sarebbe il responsabile maggiore dell’ingrassamento? Ebbene, sembrerebbero proprio i secondi. “C’è una cosa che sappiamo a proposito dei grassi – ha scritto il professor Carroll – Il consumo di grassi non provoca aumento di peso. Al contrario, potrebbe piuttosto aiutare a perdere qualche chilo”. Quindi sì a salmone e avocado, abbasso invece caramelle e bevande zuccherate. È questa l’ultima dei nutrizionisti, consigliata a chi vuole perdere un po’ di peso.
PROF CARROLL: MANGIARE I GRASSI NON FA INGRASSARE
I grassi in una dieta sono fondamentali, questo ormai è assodato. Al bando quindi le diete anni ’90 che vietavano categoricamente questi importanti componenti della nutrizione, capaci di apportare anche molte vitamine. Per stabilire chi, tra zucchero e grassi, abbia più colpe nell’aumento di peso i nutrizionisti hanno messo a confronto persone che hanno seguito una dieta povera dell’uno o dell’altro nutriente. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista «The Lancet». Gli scienziati hanno messo sotto osservazione ben 150.000 persone che vivevano 18 stati, differenti. Ecco, sembra proprio che le persone che hanno ridotto i grassi non sono né scesi di peso, né ne hanno giovato in termini complessivi sulla salute. Risultati che ha ottenuto, invece, chi ha tenuto a bada i carboidrati raffinati, come appunto gli zuccheri, la farina e il riso bianco. I nutrizionisti hanno quindi prescritto di riconsiderate le “linee guida dietetiche globali”. Già, perché a quanto pare la convinzione più diffusa è l’opposto di quanto rivelato dalla scienza.