“La scuola deve aprire perché…” lo abbiamo sentito urlare in piazza, nelle aule del Parlamento, nelle chat di WhatsApp e nei titoli di giornale. Soprattutto speriamo di non doverlo più sentire, non solo perché vorrà dire che l’emergenza sanitaria starà rientrando, ma anzitutto perché forse vorrà dire che i sacrifici di questi mesi avranno maturato una viva coscienza del ruolo della scuola nella nostra società. Eppure, se anche così fosse, mancherebbe qualcosa. È urgente dirci non solo perché la scuola deve riaprire ma anche che cosa deve aprire. Occorre ora una prospettiva comune.
“Cosa deve aprire la scuola?” è una domanda che suona inopportuna: la scuola non apre, si apre. E se invece la scuola aprisse, anzi spalancasse gli orizzonti di un mondo in rapido cambiamento ai più giovani? Se la scuola assumesse il compito, non solo di insegnare il passato, ma di farlo con lo sguardo rivolto al presente e capace di proiezione verso il futuro? La scuola che riparte dopo una stagione così traumatica ha un compito da riscoprire: quello di aprire le menti e scoprire i talenti delle giovani generazioni. È urgente “sfondare” le mura di casa che hanno tenuto prigionieri i nostri ragazzi e ragazze per aprire davanti loro il mondo che li aspetta, nelle sue incognite e sfumature, ma che li vuole protagonisti.
“Progettare il futuro” è esattamente la sfida che noi, docenti di Cosmopolites e professionisti di Future Food Institute, abbiamo deciso di lanciare a studenti e docenti di tutta Italia. Insieme con la rappresentanza italiana della Commissione europea non ci siamo accontentati di un semplice evento per la Festa dell’Europa, ma abbiamo deciso di portare al cospetto delle nostre istituzioni ragazzi più consapevoli dei loro mezzi e delle loro passioni.
Hackathon nella scuola è tutto questo: un progetto che intende innovare sensibilmente un modo vecchio di concepire la scuola, che vuole offrire un luogo e degli ambiti in cui i giovani possano imparare dai professionisti ed esprimersi con i loro ideali e le loro risorse, spesso nascoste. Hackathon nella scuola vuole riscoprire la passione e la creatività dell’apprendimento, e non solo per gli studenti ma anche per noi docenti, che abbiamo sperimentato un mondo di opportunità e metodologie che pensavamo incompatibili con il ruolo di “trasmettitori del passato”.
Il 10 febbraio presenteremo le challenges in cui i team di studenti si cimenteranno. Parleremo di quelle risorse strategiche per il futuro, come l’acqua e il legno, ma non solo in senso fisico, ci chiederemo anche come ripensare i luoghi della cultura – i musei – o gli spazi del lavoro e della scuola del futuro.
Insomma, la scuola ha riaperto, riaprirà o chiuderà al 50/75/100% eppure non dovrà mai rinunciare ad aprire le menti e le capacità dei suoi protagonisti: le ragazze e i ragazzi che abiteranno il futuro. Per questo vogliamo chiedere a loro: “progettiamo il futuro insieme?”.