Il decreto del ministro della Salute Roberto Speranza con cui è stata autorizzata la temporanea distribuzione dei medicinali a base di anticorpi monoclonali per il trattamento del Covid è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Quindi, può partire la distribuzione dell’anticorpo monoclonale bamlanivimab ed è autorizzata l’associazione dello stesso con etesevimab. Entrambi sono prodotti dall’azienda farmaceutica Eli Lilly. Quella Regeneron/Roche, invece, produce gli anticorpi monoclonali casirivimab-imdevimab, la cui associazione ha ricevuto il via libera dal ministero della Salute. La distribuzione di questi farmaci è stata affidata al commissario straordinario all’emergenza Covid Domenico Arcuri. Lo prevede proprio il decreto.
Inoltre, per l’acquisto e la distribuzione dei farmaci, come appunto i monoclonali, e dei vaccini è stata prevista l’istituzione di un fondo ad hoc. Per quest’anno tale fondo ha una dotazione di 400 milioni di euro, nello stato di previsione del ministero della Salute. Nel decreto il ministro Roberto Speranza precisa che l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) con successivi provvedimenti definirà «modalità e condizioni d’impiego dei medicinali, in coerenza con la scheda informativa dei prodotti approvata dalla medesima Agenzia».
ANTICORPI MONOCLONALI, “ORA SERVE TEMPESTIVITÀ”
Ora la struttura commissariale potrà cominciare ad ordinare gli anticorpi monoclonali. «Il risultato dell’approvazione è stato raggiunto ed il passo successivo è quello di utilizzare al meglio tali terapie, ovvero in modo appropriato e tempestivo», commenta Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, all’Ansa. Finora il governo italiano non ha effettuato pre-ordini dalla Eli Lilly, ma BSP Pharmaceuticals, azienda italiana che fa parte della filiera produttiva di quella di Indianapolis, ha fatto sapere che può aumentare la capacità produttiva dello stabilimento. Intanto Patrizia Popoli, presidente della Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Aifa, ha spiegato all’Ansa che la somministrazione di questi farmaci potrà avvenire solo «in ambienti protetti, ovvero in ospedale o in studi medici opportunamente attrezzati, per fare fronte al rischio di eventuali reazioni avverse, pur trattandosi di farmaci sicuri».
Non sono cure che possono essere fatte a casa, anche se sono destinate a pazienti da gestire al domicilio in quanto devono avere una forma lieve o moderata del Covid da pochi giorni e con precisi fattori di rischio. Serve un ambiente controllato, perché in alcuni casi possono verificarsi «reazioni di ipersensibilità, che possono andare fino allo shock anafilattico».