Più di 100 economisti europei, la maggior parte francesi tra cui Thomas Piketty, hanno lanciato un appello per la cancellazione dei debiti pubblici detenuti dalla Banca centrale europea. L’appello è stato ripreso dai principali organi di informazione italiani e non solo e salutato come una possibile via d’uscita dalle conseguenze economiche dei lockdown. In Italia e in Europa l’appello è stato interpretato tutto in senso interno all’Unione europea. La richiesta è commentata “dentro” la dialettica tra i Paesi dell’euro con i tedeschi “rigoristi” che si oppongono a una misura chiesta dai mediterranei “spendaccioni”; da una parte ci sono tedeschi e alleati immediati dagli altri i Paesi mediterranei con l’aggiunta, come sembrano suggerire i passaporti di molti firmatari dell’appello, della Francia. La polemica è ben nota e sono altrettanto note le fazioni in campo con qualche faglia anche all’interno degli stessi Paesi membri.
Quella che è meno nota è la reazione a queste proposte fuori dall’Europa e in particolare negli Stati Uniti. C’è un gruppo, neanche troppo piccolo, di economisti che ha una visione sul tema sorprendente. Il dubbio è che questo gruppo sia semplicemente il più coraggioso nel dire e scrivere certe cose. Il principale blog globale di finanza, Zerohedge, ieri per esempio pubblicava un pezzo per dire, in estrema sintesi, questo: il solo fatto che si prenda in considerazione questa proposta e se ne parli a questi livelli e in questi termini nel dibattito europeo è un’indicazione di quale sia lo stato reale dell’economia e della finanza europea. Il problema non è innanzitutto o solo l’Italia, piuttosto che la Grecia o la Spagna, ma l’economia europea in quanto tale al punto che come via d’uscita si immagina una strada che di solito si associa a qualche Stato sudamericano. Questo livello di analisi è condiviso da insospettabili che esprimono la stessa visione pur con toni più “politicamente corretti”.
L’Italia, unica tra le principali economie, che non ha mai recuperato i livelli di Pil del 2007, oltre a essere il malato d’Europa, diventa l’esempio massimo di una situazione che coinvolge tutta l’eurozona e che viene “smascherata” dal fatto che certe proposte vengano discusse tranquillamente. L’euro e l’economia europea è stata salvata due volte, nel 2007/2008, e nel 2011/2012 dalla Fed e dagli Stati Uniti sia con le linee aperte dalla banca centrale americana, sia con la non austerity americana, sia con la rivalutazione del dollaro senza dazi commerciali. Gli squilibri dentro l’Unione europea, la devastazione che ha coinvolto, ben prima del 2020, almeno un terzo dell’economia europea e l’eccezionalità di un numero così elevato di obbligazioni statali a rendimento negativo sono solo alcuni dei segnali d’allarme che ormai non si possono più nascondere, sui “mercati globali”, nonostante questo livello del dibattito sia poco pubblico,
Qualcuno potrà, molto opportunamente, obiettare che il dibattito sulla cancellazione dei debiti europei, strettamente correlato a quello dei tassi negativi per le masse, prima o poi coinvolgerà tutti. Possibilissimo, ma rimane il fatto che la prima valuta per cui se ne parla è quella europea e in nessuna altra area globale questo dibattito è così avanzato. Per gli europei si avvicina il conto di dieci o più anni di politiche senza lungimiranza a cui oggi si aggiungono minore possibilità di esportare, il conto di un investimento colossale in energie verdi, non ancora mature, che ricorda i piani quinquennali e le fratture con il partner storico, gli Stati Uniti, per fare affari con la Cina. Si pone quindi la domanda se i programmi economici e geopolitici europei in realtà non si basino su piedi d’argilla. Se fosse così, forse sarebbe il caso di essere molto più prudenti dopo un profondo esame di coscienza.
Aggiungiamo un solo corollario: la cancellazione dei debiti è un sinonimo dei tassi negativi applicati sui conti correnti di tutti che è un sinonimo di valuta digitale e abolizione del contante. Se questa diventa la via europea, allora hanno ragione i mercati due volte: prima quando pensano che l’Europa sia messa male e poi quando intravedono come finale l’economia più socialista dopo la Cina.
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