Novità che ribalta il caso dell’omicidio del sacerdote di Como, don Roberto Malgesini, accaduto lo scorso 15 settembre quando, come ogni giorno, il prete stava preparandosi a distribuire le colazioni ai poveri e ai senzatetto. Don Roberto infatti era conosciuto in tutta la città per la sua incessante attività benefica nei confronti soprattutto dei migranti, che a Como si trovano numerosi nella speranza di passare il confine con la Svizzera, dove vengono puntualmente respinti finendo a vagare nelle strade e nelle piazze della città. Il sacerdote per quanto gli era possibile cercava di prendersi cura di loro offrendo colazione pranzi ed era amato da tutti.
L’OMICIDIO DEL PRETE DEI POVERI E’ STATO VOLONTARIO
Quella mattina invece l’inspiegabile: un migrante di origine tunisina, Ridha Mahmoudi, ben conosciuto da don Roberto, si era scagliato su di lui uccidendolo violentemente. Arrestato, fino a oggi è stato sotto posto a perizia psichiatrica. La novità è che è risultato del tutto sano di mente e perfettamente capace di intendere e volere quando commise l’omicidio. Certamente qualcosa non funziona del tutto nella mente dell’uomo, probabilmente mania di persecuzione indotta dalla vita disperata che conduceva, ma adesso per lui al processo la condanna potrebbe essere quella all’ergastolo. La contestazione formalizzata dal pubblico ministero Massimo Astori al 52enne tunisino è di omicidio volontario premeditato.