Stefano Bonaccini duro sulla gestione della campagna vaccinale. Intervenuto a Mattino Cinque, il governatore dell’Emilia-Romagna ha criticato aspramente il ritardo nella distribuzione di dosi, il piano di Domenico Arcuri è stato letteralmente stroncato: «Noi abbiamo un’organizzazione che ci permette di essere in grado già ora di vaccinare 1 milione e 300 mila cittadini al mese: se avessimo le dosi, abbiamo una tale organizzazione che in pochi mesi avremmo terminato di vaccinare tutti i cittadini. C’è stato un rallentamento dell’arrivo delle dosi e ci siamo dovuto riorganizzare».
Poi una battuta sul vaccino di Astrazeneca: «Devono essere i politici a decidere a quali cittadini debba essere distribuito. L’Aifa ci ha detto che 55 anni è il limite massimo, in altri Paesi europei fanno a fine 65 anni: finchè non ci viene detto che si può oltre i 55 anni, ci organizzeremo così. Nelle prossime ore spero di fare un accordo con i medici di medicina generale, che permetterebbe di moltiplicare i luoghi dove vaccinare. E Astrazeneca si farà subito per le persone che fanno parte delle forze dell’ordine e del personale scolastico».
STEFANO BONACCINI: “PIU’ LAVORO E MENO PAROLE”
Stefano Bonaccini ha poi aggiunto sulla campagna vaccinale della sua Regione: «Se facciamo l’accordo con i medici di base, possono andare dai medici di base. Altrimenti andrebbero nei normali centri che abbiamo, ne abbiamo tanti e siamo in grado di fare tutto in maniera ordinata. La vera sfida è quella di riuscire più dosi di quelle di oggi e dare le autorizzazioni a nuovi vaccini». Poi Stefano Bonaccini si è soffermato sulla discontinuità invocata negli scorsi giorni: «La politica si occupi di prendere le decisioni della politica, non sono la persona indicata per dire cosa debba fare il ministro dal punto di vista delle consulenze, ma ho chiesto che ci sia un po’ più di prudenza nelle dichiarazioni pubbliche e più linearità nell’utilizzo dei luoghi dove quelle dichiarazioni vanno discusse. Poi la politica dovrà prendere le decisioni opportune».