Aiello a Verissimo ha parlato anche della sua famiglia e del nipote: “amo molto i bambini, da cinque anni affianco a mio fratello Gaetano c’è mio nipote Emilio. Sta crescendo benissimo, devo dire la verità, amo stare insieme a lui, ma poi non ho quella responsabilità di genitore. Per il momento non sento questo tipo di vocazione, le videocall ogni sera sono doverose”. Sul finale si torna a parlare del Festival di Sanremo con l’artista che non nasconde: “sono molto carico, ho scritto una canzone che non immaginavo andasse a Sanremo. Ho sempre detto che non fosse una tappa obbligatoria, ma rimane un momento culturalmente parlando importante. E’ un’occasione per anticipare un lavoro a cui sono molto legato dal titolo ‘Meridionale’. Sono nato in una terra meravigliosa, spigolosa, sfortunata per certi versi, ma nessuno parla di quanto sia bella. Siamo i portatori del concetto di grande bellezza”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Aiello: “Sanremo? E’ la mia prima volta, grande fame di musica”
Aiello ospite per la prima volta a Verissimo. “Sono molto carico e felice, abbastanza pressato dal momento” – racconta il cantante che parla anche della partecipazione al Festival di Sanremo 2021 “è la mia prima volta su quel palco, veniamo da un anno difficile, abbiamo tutti una grande fame di musica, di condividere”. Il cantante poi parla della famiglia: “la mamma è molto felice, con lei ho un rapporto di grande sintonia, anche in silenzio ci capiamo. Sono molto fortunato sotto questo punto di vista, una famiglia molto semplice ed onesta. Anche mio padre è fin troppo una persona onesta”. Poi il cantante parla anche d’amore: “in questo momento non sono innamorato, ma per quello che ho scritto ho sofferto molto. Ho avuto una storia molto importante dal liceo all’università: si chiama Alessandra, mi ha sopportato per circa 4 anni. Amo sempre raccontarmi”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Aiello a Sanremo con ‘Ora’: “Un tempo nessuno mi calcolava”
C’è anche Aiello, tra gli ospiti della nuova puntata di Verissimo, il talk show condotto da Silvia Toffanin in onda ogni sabato a partire dalle 16 su Canale 5. Quella di oggi è la prima intervista televisiva del cantante cosentino, che ha ottenuto il successo nel 2019 con il brano Arsenico, successo consolidato con l’uscita, un anno dopo, del singolo Vienimi (a ballare). Aiello si esibirà sul palco del prossimo Festival di Sanremo con Ora; prima di quel momento, però, racconterà a Verissimo cosa l’ha portato da Cosenza fino all’Ariston in un crescendo di circostanze favorevoli.
Aiello racconta la sua gavetta
Prima di Ora, in realtà, Aiello si sentiva un po’ messo da parte: il suo progetto musicale, ha fatto sapere in un’intervista del 22 ottobre all’Agi, esisteva da tempo, solo che per un certo periodo nessuno l’ha ‘calcolato’: “Un anno e mezzo fa lo sapeva solo mia madre, mio fratello e mio padre”, specifica, “poi da un anno e mezzo lo sanno un po’ di persone in più (ride, n.d.r.). A tutti gli effetti è stata una gavetta, una gavetta molto più interiorizzata che pubblica, nel senso che non ho fatto tanti live, non sono uno che ha girato tantissimo, ho viaggiato tantissimo io personalmente, ho scritto tanto, ho ascoltato tanto e ho sperimentato tanto, il succo poi è stato il disco Ex voto”. Che – per inciso – è l’album apripista della sua carriera vera e propria nel mondo della musica.
Aiello: “Non bado ai numeri, mi basta essere ascoltato da pochi”
Se dovesse inquadrarsi in un genere, Aiello non sceglierebbe di sicuro l’indie: “Non mi sono mai sentito indie, ma perché io non mi sono mai sentito nulla (ride, n.d.r.). Io sono uscito da solo, dopodiché sono arrivati i giganti a farmi delle proposte, ma io non sono uscito con una casa discografica con Arsenico. Io mi sento me, se piaccio sono contento, se non piaccio pazienza, spero di piacere alla prossima. Io sono Antonio Aiello, faccio canzoni”. Tradotto: “A me basterebbe avere la certezza che tutte le volte che io scrivo una canzone ci sarà qualcuno lì ad ascoltarmi, perché poi è questa la fame che io ho, quel bisogno di avere un pubblico, di sapere che non sei solo, anche se sei disposto a farlo al di là del pubblico. Io ho sempre scritto musica sapendo che l’avrebbero ascoltata quattro amici e i miei familiari, i numeri non mi interessano, non sono mai stato bravo in matematica, quindi non penso ad x persone, non penso alla location, il palazzetto, lo stadio, la televisione… l’importante è sapere che c’è qualcuno disposto ad ascoltarti e che ci sia sempre, questo per me sarebbe il regalo più bello, mi rasserenerebbe molto”.