Nella giornata di sabato Papa Francesco è andato a fare visita a Edith Bruck, poetessa ungherese sopravvissuta alla Shoah che vive a Roma. Una visita a sorpresa, come del resto è il suo stile, quella di Bergoglio «per ringraziarla della sua testimonianza – le parole rivolte alla Bruck, come riporta il quotidiano La Stampa – e rendere omaggio al popolo martire della pazzia del populismo nazista». Parole forti «che ho pronunciato dal cuore allo Yad Vashem – ha proseguito ancora il Santo Padre – e che ripeto davanti ad ogni persona che come lei ha sofferto tanto a causa di questo: perdono Signore a nome dell’umanità».
Un incontro che la scrittrice definirà subito dopo «inimmaginabile», aggiungendo che «con il Papa ci siamo scambiati un abbraccio tra fratelli». Il vis a vis e la chiacchierata sono durati quasi due ore, durante i quali ci si è soffermati in particolare sulla terribile vita nei campi di concentramento. Un incontro decisamente emozionante, come racconta sempre la stessa sceneggiatrice ungherese: «Quando l’ho visto sulla porta – le parole a Vatican News – sono scoppiata a piangere. Anche lui mi ha abbracciato. Eravamo tutti e due dentro pieni di commozione. Non si poteva reggere la commozione».
EDITH BRUCK, LA VISITA DI PAPA FRANCESCO: “HO PREPARATO UNA BELLA POLTRONA E UN DOLCE”
Il Papa ha voluto incontrare Edith Bruck dopo aver letto la sua intervista dello scorso 26 gennaio all’Osservatore Romano: ne è rimasto colpito e turbato, ed ha così chiesto di poterla vedere, e detto fatto. Il Pontefice le ha donato una menorah, il famoso candelabro a sette braccia della religione ebraica, nonché un libro, il Talmud babilonese. «Ho preparato una bella poltrona con dei cuscini – ha raccontato ancora la Bruck, che ha avuto le lacrime per quasi tutta la conversazione con il Papa – con la voce tremante gli ho presentato le poche persone che erano in casa». Un Santo Padre che ha sottolineato il valore della memoria e il ruolo degli anziani, e che ha poi chiesto «perdono personalmente. Ero talmente colpita, che non riuscivo a pronunciare una parola come si deve». C’è stato spazio anche per qualche momento leggero, con Sua Santità che non si è negato «un dolce con della ricotta. E poi gli ho dato una mia poesia che ha apprezzato moltissimo».