LE VOCI CHE INCIDONO SULL’ASSEGNO DI MARZO
Oggi è cominciato il pagamento anticipo presso gli uffici postali della pensione di marzo, il cui importo, ricorda il sito del Giornale, potrebbe essere diverso dal solito. “La prima voce da tenere d’occhio è quella del prelievo fiscale. A marzo infatti da questo punto di vista c’è la trattenuta Irpef con i versamenti dell’addizionale regionale 2020 e il saldo dell’addizionale comunale 2020. Inoltre verranno anche calcolate le addizionali comunali per l’anno 2021. A questo quadro, sempre per il cedolino di marzo, bisogna anche tenere conto del ricalcolo dell’Irpef per l’anno 2020. Di questo saranno interessati i contribuenti che hanno percepito altre fonti di reddito soggette a tassazione, ovviamente al di fuori dell’assegno pensionistico. Ed è qui che entra in campo un ricalcolo dell’Irpef che potrebbe dare come conseguenza un conguaglio negativo. Scatterebbe dunque una trattenuta incrociando i dati dichiarati con quelli in possesso dell’Agenzia delle Entrate o verrà effettuata una verifica col modello Red”.
CAPONE (UGL) CHIEDE URGENTE RIFORMA PENSIONI
«Serve urgentemente una riforma delle pensioni» per far fronte al calo dell’aspettativa di vita: questo chiede il segretario generale della Ugl Paolo Capone, «Una delle conseguenze più tangibili e durature nel tempo del Covid-19, è il calo dell’aspettativa di vita di 4-5 anni nelle zone più colpite dalla pandemia e di circa due anni per il resto della popolazione in Italia. Un effetto che, inevitabilmente, ci fa riflettere su quanto questo periodo ci segnerà per gli anni a venire». Nella nota pubblica Capone chiede al Governo Draghi di prendere esempio dal meccanismo di Quota 100 in quanto «ha permesso il turnover generazionale, incoraggiando l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro e favorendo l’acquisizione di nuove competenze all’interno della pubblica amministrazione. Occorre, quindi, garantire strumenti che assicurino una maggiore flessibilità in uscita per rispondere ai cambiamenti sociali che sono in atto».
RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA DELLA FNP-CISL
La Federazione nazionale pensionati aderente alla Cisl di Pesaro Urbino ricorda che il livello medio delle pensioni percepite nella provincia nel 2019 è stata di poco superiore ai 1.000 lordi mensili. Numeri che si riferiscono a un periodo precedente la pandemia e che quindi testimoniano il rischio che oggi tanti pensionati siano a rischio povertà. “Per questo auspichiamo che il nuovo Governo guidato da Mario Draghi si faccia carico di questi problemi, trovando nel Recovery Plan delle risorse da destinare alla rivalutazione dei trattamenti pensionistici, il cui potere d’acquisto si è drammaticamente ridotto negli ultimi anni, alla riduzione dell’Irpef sui redditi medio bassi da pensione e lavoro e al potenziamento dell’assistenza socio sanitaria alle persone non autosufficienti, non solo anziane. I pensionati italiani vogliono continuare ad aiutare le loro famiglie e il loro Paese, ma hanno bisogno di un sostegno concreto ed urgente”, si legge in una nota del sindacato che chiede quindi una misura di riforma pensioni che guardi anche a chi è già in quiescenza.
LA CIRCOLARE INPS SUI CONTRIBUTI VOLONTARI
Come ricorda pensionioggi.it, attraverso una circolare l’Inps ha recepito una delle norme del dl n. 137/2020 convertito con legge n. 176/2020, che prevede che, “in considerazione del perdurare della situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19, i versamenti dei contributi volontari Inps effettuati in ritardo sono considerati validi e possono essere effettuati entro i due mesi successivi e comunque entro il 28 febbraio 2021. Ciò in deroga a quanto stabilito dalla legislazione vigente in materia che, come noto, impone il versamento entro il trimestre successivo a quello solare a cui è riferita la contribuzione. Il termine è perentorio: le somme versate in ritardo sono rimborsate senza maggiorazione di interessi, salva la loro imputazione a richiesta dell’interessato al trimestre immediatamente precedente la data del pagamento”. “In sostanza l’Inps riconoscerà la validità del versamento ai fini previdenziali (diritto e misura) per tutti i contribuenti che abbiano versato in ritardo di due mesi rispetto alla scadenza originaria”. Dato che tale deroga vale per i contributi volontari all’Inps, essa non vale per i versamenti alle casse professionali.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SCHIRÒ
In una nota Angela Schirò ricorda che “per correggere l’anomalia della Convenzione contro le doppie imposizioni fiscali tra Italia e Bulgaria sono intervenuta, nel corso del 2020, con una interrogazione parlamentare al Governo (ha risposto Il Ministero del Lavoro) e con interventi politici presso il Dipartimento delle Finanze del MEF. Tuttavia la situazione, almeno per ora, non è mutata: i nostri connazionali residenti in Bulgaria e titolari di una pensione dell’Inps continuano ad essere tassati in Italia”. La deputata del Pd eletta all’estero ha deciso quindi, “alla luce di questa situazione penalizzante e ingiusta per i nostri pensionati residenti in Bulgaria”, di presentare una richiesta al Direttore dell’Agenzia delle Entrate.
LA RICHIESTA AL DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE
Nello specifico, quella di “dare disposizioni all’Inps, e alle sue strutture territoriali, di considerare utile al buon esito delle domande di esenzione dall’imposizione in Italia di pensione delle gestioni previdenziali dei lavoratori privati la certificazione attestante la qualità di residente fiscale in Bulgaria rilasciata dalle competenti autorità fiscali bulgare anche se essa non contiene il riferimento alla convenzione per evitare la doppia imposizione in vigore tra l’Italia e la Repubblica di Bulgaria”. Così, infatti, “l’Inps sarà in grado di detassare la pensione degli italiani residenti in Bulgaria”, “venendo incontro alle pressanti e legittime richieste dei nostri pensionati residenti in Bulgaria”. Vedremo quale sarà la risposta del Direttore dell’AdE.