Uno dei punti cruciali della lectio magistralis di Giuseppe Conte all’Università di Firenze è stato quello relativo al delicato equilibrio tra tutela della salute e dell’economia. «La tutela prioritaria della salute ha consentito di difendere meglio anche il tessuto produttivo del paese e le economie più resilienti sono quelle dove sono state introdotte adeguate misure restrittive e di sostegno a famiglie e imprese», ha osservato l’ex premier. Poi è entrato nel merito del percorso costruito per permettere all’esecutivo di fronteggiare l’emergenza, assicurando che è stato fatto «coinvolgendo costantemente il Parlamento» e ricordando che «in materia sanitaria, spetta alle Regioni e Province autonome l’organizzazione dei servizi sanitari». Conte nella lezione all’Università di Firenze ha ricordato che la Costituzione prevede il “potere sostitutivo” del Governo in caso di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica. «Eppure, non abbiamo mai preso in considerazione di farlo, ma abbiamo preferito coltivare il dialogo, pur con delle difficoltà, nella convinzione che il coinvolgimento avrebbe garantito una maggiore coesione nazionale e una più solida tenuta della comunità».
Il riferimento è anche ai Dpcm, duramente contestati anche dai costituzionalisti. Giuseppe Conte lo ha definito «uno strumento agile per intervenire prontamente ed era il più idoneo a garantire l’applicazione delle misure in maniera uniforme. Il Parlamento è stato coinvolto e ha espresso costantemente note di indirizzo». Non sono mancate osservazioni critiche all’Ue. «Abbiamo stentato nel diventare compiutamente un popolo europeo, non abbiamo avuto il coraggio di costruire un modello inclusivo. È mancata una visione autenticamente politica dell’Ue, una prospettiva di lungo periodo. È mancato lo slancio poetico che conobbero i grandi statisti del secondo dopoguerra. La governance si è ancorata alla pura dimensione economica». E la politica si è allontanata dai cittadini: «Ha finito per rinunciare alla sua funzione legittimante e rappresentativa, apparendo agli occhi dei cittadini distante e oligarchica, incapace di comprendere i bisogni della collettività».
La pandemia Covid è arrivata così in un momento in cui «il popolo europeo rumoreggiava, lamentando il fallimento della politica asservita alle regioni dell’economia. L’Europa dopo alcune settimane di disorientamento ha compreso la gravità della pandemia, rispondendo in maniera efficace e innovativa». Dunque, Giuseppe Conte ritiene che si debba «rafforzare l’ordinamento democratico europeo, introducendo istituti di democrazia diretta, mettere al centro delle politiche europee il lavoro, puntare su un bilancio comune e una politica migratoria che offra una prospettiva di gestione dei flussi europea, costruita sull’equa condivisione della responsabilità e sulla solidarietà della redistribuzione».
GIUSEPPE CONTE SU LOCKDOWN E TUTELA ECONOMIA
«Dedico questa lezione a tutti gli studenti nella speranza che possano affinare le idee per raccogliere al più presto i frutti». Comincia così la lectio magistralis dell’ex premier Giuseppe Conte all’Università di Firenze. «L’emergenza che stiamo vivendo è la sfida più difficile dal secondo dopoguerra, ogni decisione ha assunto i connotati di una scelta tragica, ha avuto una portata diretta ed è risultata suscettibile di condizionare il futuro delle nostre comunità», ha proseguito il professore di diritto privato. Poi ha ripercorso alcuni momenti della pandemia, precisando però: «Non intendo entrare in valutazioni di merito riguardo le decisioni assunte». Quindi ha rievocato le prime decisive scelte: «Dovemmo decidere se lasciare correre il virus o procedere con misure restrittive. Un filone di pensiero sin dall’inizio ha militato per il mancato intervento contenitivo».
Giuseppe Conte ha citato anche le tesi negazioniste e gli attacchi alle misure restrittive. «Sono emerse concezioni anarchiche della libertà e che di fatto attribuiscono il primato alla ratio economica rispetto alla salvaguardia della persona». Le informazioni peraltro erano limitate: «Non disponevamo ancora di un quadro esauriente, le informazioni dalla Cina non godevano di un sufficiente vaglio scientifico. In ogni caso, eravamo consapevoli che potevamo giovarci limitatamente del confronto con la Cina, considerando l’assetto cinese». L’ex premier è poi entrato nel merito del delicato equilibrio tra tutela dell’economia e della salute: «Non vi può essere tutela dell’economia senza quella della salute». (agg. di Silvana Palazzo)
GIUSEPPE CONTE, LECTIO MAGISTRALIS A FIRENZE
Nell’attesa di capire “cosa farà da grande” Giuseppe Conte, oggi torna ufficialmente in Università come professore di diritto privato con un rientro “in pompa magna”: oggi alle ore 15.30, «il professor Giuseppe Conte, in occasione del suo rientro in Ateneo dopo la conclusione dell’aspettativa obbligatoria, incontrerà il rettore Luigi Dei in rettorato e successivamente terrà una lezione per gli studenti della Scuola di Giurisprudenza in diretta video streaming – senza pubblico presente».
Così scrive il portale dell’Università degli Studi di Firenze, importando i link dove sarà trasmessa la lezione dell’ex Premier da YouTube a Vimeo fino alla Pagina Facebook del Dipartimento di Scienze Giuridiche: insomma, non molto diverso dalle modalità cui aveva abituato la nazione con le conferenze stampa sui social e a reti quasi “unificate”. Conte rientra nella sua cattedra dopo tre anni di “aspettativa” dovuto all’incarico da Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi: mentre retroscena e ricostruzioni lo danno sempre più prossimo ad un ruolo da leader all’interno del Movimento 5Stelle, Conte torna in scena con una lezione impregnata sulla sua esperienza di Governo.
CONTE TORNA IN UNIVERSITÀ, IL COLLETTIVO SI RIBELLA
Come riportato da Adnkronos negli scorsi giorni, l’avvocato e professore avrà anche una riunione con il Presidente della Scuola di Giurisprudenza, Paola Lucarelli, e con il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Andrea Simoncini «per definire i suoi prossimi impegni didattici come ordinario di diritto privato». Prima dell’incontro in diretta video streaming avverrà anche uno scambio istituzionale tra Giuseppe Conte e il Rettore dell’UNIFI Luigi Dei presso il Rettorato di Piazza San Marco 4 dopo la fine dell’aspettativa obbligatoria. La lectio magistralis per il ritorno in Università da professore alle ore 15.30 verrà trasmessa in video-streaming per tutti, non solo dunque studenti e docenti, elemento che non è piaciuto proprio a tutti a cominciare dalle opposte parti politiche: «Ora che non ha più poltrone dalle quali concionare, Conte non usi l’università pubblica come pulpito per fare propaganda politica», attaccano i deputati toscani di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli e Paola Frassinetti, ma anche il Collettivo politico di Scienze politiche di Firenze prende distanze dalla lezione di Conte in Aula Magna. Alla stessa ora dell’evento in Università, gli studenti si ritroveranno in presidio fuori dal rettorato: «Non vogliamo Conte all’università, vogliamo l’università aperta», si legge nel comunicato del Collettivo pubblicato ieri da La Nazione. Si contesta la gestione della pandemia, la chiusura quasi permanente dell’università in presenza e si accusa Conte di «aver contribuito a distruggere il nostro sistema formativo».