Manca sempre meno al Festival di Sanremo 2021 e Willie Peyote è pronto a fare il suo esordio all’Ariston. Il cantautore di Torino, granata doc, presenterà in gara nella categoria campioni il brano Mai dire mai (La locura), scritto insieme a Carlo Cavalieri D’Oro (che sarà anche direttore d’orchestra), Daniel Gabriel Bestonzo e Giuseppe Petrelli. La canzone «parla di come ci siamo ormai abituati a mettere al primo posto il mero intrattenimento», arrivando anche alla politica, e l’apertura è affidata ad una famosa citazione della serie tv Boris…
«Io non ho mai disdegnato Sanremo, ho sempre pensato che sarebbe stato bello suonare con l’orchestra. Da qualche anno ci sono degli ammiccamenti anche con la direzione artistica, quest’anno mi sembrava giusto perché quest’anno l’Ariston è l’unico palco che suona quest’anno: se si ha qualcosa da dire, ha senso farlo lì», ha spiegato Willie Peyote, per poi ironizzare: «Più volte negli anni mi hanno chiesto se avessi un pezzo adatto per Sanremo, quest’anno per scherzare ho deciso di proporgli questo e loro inspiegabilmente hanno detto “sì, ci piace”».
A differenza “dell’etichetta” sanremese, Mai dire mai (La locura) non parla d’amore, ma è mirata a stimolare il confronto, ha aggiunto Willie Peyote: «Io penso che per coerenza con me stesso, andare a Sanremo e parlare d’amore sarebbe stato come abdicare al tentativo di fare discussione e satira con le canzoni che faccio. Poi ero sicuro che l’amore sarebbe stato imperante come tutti gli anni e non c’era bisogno anche della mia versione dell’amore (ride, ndr). Il tentativo di creare discussione è anche un modo di dimostrare che amo anche la politica, discutere pubblicamente delle cose mi piace, ma non mi piace come viene gestita ultimamente».
Dopo aver rivelato di aver preso spunto dall’irriverente monologo di Ricky Gervais ai Golden Globe – «Quest’anno la direzione artistica ha un po’ quell’imprinting lì, anche nelle pubblicità Fiorello prende in giro la kermesse» – Willie Peyote ha rimarcato: «Mi mancherà tutto l’aspetto del carrozzone sanremese, mi ero ripromesso di fare Sanremo un anno soltanto ma mi toccherà rifarlo perché almeno mi godrò le solite cose. Mi mancherà da un lato, ma dall’altro mi concentrerò sulla performance e avrò meno distrazioni». E l’artista torinese ha le idee ben chiare: «Io non sono Bob Marley, non credo che si possa cambiare il mondo con le canzoni, ma penso che si possa cercare di fare scoppiare una discussione. Io tento di creare un pensiero critico, far discutere di certi temi: se ci confrontiamo, cambiano noi e cambiamo il mondo».
Willie Peyote nella serata di giovedì duetterà con Samuele Bersani in Giudizi universali: «Ha incredibilmente accettato di venire a Sanremo, è una grande emozione: sono più emozionato di avere Bersani vicino che non per essere a Sanremo. Sarà una grande responsabilità. Il brano è un capolavoro. Ho scelto lui perché insieme ad altri mi ha cresciuto artisticamente, mi ha insegnato a scrivere in un certo modo. Io ho un’altra poetica, ma ho preso spunto anche da lui. È un modo di farmi un regalo e per dimostrare che, sì sono un rapper, ma non prescindo mai dalla musica che faccio».